giovedì 23 luglio 2009

Così nacque via dell’Impero. Scomparvero l’Alessandrino e la collina della Velia

Così nacque via dell’Impero. Scomparvero l’Alessandrino e la collina della Velia
Lauretta Colonnelli
23 LUGLIO 2009, CORRIERE DELLA SERA

Musei Capitolini

Sessanta foto e altrettanti dipinti documentano gli scavi e le demolizioni

La via dell’Impero, fu inaugurata ufficialmente il 28 ottobre del 1932, anche se i lavori saranno terminati solo nell’aprile dell’anno successivo. «L’idea geniale di congiungere piazza Venezia con il Colosseo e con la via del Mare per mezzo di due ampie strade, possibilmente tracciate secondo la linea più breve, non fu ispirata soltanto da ragioni estetiche, ma anche specialmente da ragioni pratiche», così racconta Antonio Munoz, all’epoca responsabile delle decisioni in campo archeologico. Mancava infatti una comunicazione diretta tra il centro e i quartieri del Celio, dell’Esquilino e del Laterano, perché l’arteria maggiore, la via Cavour, andava a morire contro la barriera del Foro Romano e si perdeva nel dedalo delle viuzze del quartiere Alessandrino.

La costruzione della grande strada comportò una serie di demolizioni, a cominciare dallo stesso quartiere Alessandrino per finire con lo sbancamento della collina della Velia. I lavori di demolizione furono seguiti da un gruppo di fotografi e di pittori, incaricati dagli uffici del Governatorato di documentare le varie fasi degli scavi e i ritrovamenti avvenuti portando in luce il sottosuolo negli anni fra il 1924 e il 1940. Quelle immagini (circa 7.700, riunite in 84 album) sono oggi conservate presso il Museo di Roma e una piccola parte di esse, una sessantina di foto e altrettanti dipinti e reperti archeologici, sono esposti da oggi e fino al 20 settembre ai Musei Capitolini nella mostra «Via dell’Impero. Nascita di una strada».

Le immagini, scattate da professionisti romani come Filippo Reale, Michele Valentino Calderisi e Cesare Faraglia raccontano il rapido e intenso procedere degli abbattimenti e degli sterri. I dipinti spesso sono sovrapponibili alle foto, perché fotografi e pittori registravano gli stessi eventi contemporaneamente e tutti dalla stessa postazione, condizionati dalla struttura dei cantieri. Tra gli artisti impegnati nell’opera, figurano Maria Barosso, Lucia Hoffmann, Giulio Farnese, Odoardo Ferretti, Vito Lombardi.

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