venerdì 17 marzo 2023

New Rome: The Roman Empire in the East, AD 395 - 700 - Longlisted for the Anglo-Hellenic

New Rome: The Roman Empire in the East, AD 395 - 700 - Longlisted for the Anglo-Hellenic 

Edizione Inglese  di Paul Stephenson 


"Fascinante... illuminante... Stephenson esamina la vita ordinaria, dipingendo un quadro vivido ed intrigante." The Times. Molto prima che Roma cadesse sotto gli Ostrogoti nell'anno 476 d.C., una nuova città era sorta per prendere il suo posto come cuore pulsante di un tardo impero antico, la scintillante Costantinopoli: Nuova Roma. In questo maestoso lavoro, il professor Paul Stephenson traccia i secoli che circondano questo epico spostamento di potere. Egli segue le forze culturali, sociali e politiche che portarono all'impero essere governato da una città che si trovava tra Europa e Asia, collocando il tutto in un ricco contesto naturale ed ambientale informato dalle ultime ricerche scientifiche. Mescolando la narrazione con l'analisi, egli mostra come la città e l'impero di Nuova Roma sopravvissero a innumerevoli attacchi e alla crescita dell'Islam. Alla fine, il vasto mondo di città collegate era cambiato in un mondo fondato su nuove idee di governo e Dio, arte e guerra, e il futuro stesso di un impero cristiano: Bisanzio.




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sabato 25 gennaio 2014

sabato 21 dicembre 2013

giovedì 7 novembre 2013

sabato 12 ottobre 2013

Augusto l'età dell'oro

Augusto l'età dell'oro
CARLO ALBERTO BUCCI
La Repubblica, 08/10/2013, pagina 15 sezione ROMA

L'ESPRESSIONE ammantata di malinconia del vecchio pontifex dal capo velato nella statua di via Labicana è l'altra faccia della medaglia dello sguardo altero e marziale che spicca dal marmo di Prima Porta. Nelle due sculture del Museo nazionale romano e dei Vaticani è sempre Augusto a dominare la scena e l'impero.

Le variazioni dei sentimenti sono contemplate sotto la pelle marmorea, diafanae impassibile, del primo imperatore di Roma. Come se la propaganda della sua quarantennale pax conquistata con il ferro potesse comprendere l'apollineo e il dionisiaco, l'armonia e il furore.

Lo dimostrano, in particolare, gli accenti espressionistici, cari all'arte ellenistica, presenti nella testa del satiro e in quella, urlante, di Ulisse (dal gruppo con Polifemo a Sperlonga), che fungono da contraltare al dominante candore neoattico dell'età d'oro di Augusto. Al figlio di Gaio Ottavio che lo zio, Giulio Cesare, adottò poco prima delle idi di marzo del 44 a. C., è dedicata la mostra, ideata da Eugenio La Rocca, che si aprirà il 18 ottobre alle Scuderie del Quirinale (fino al 9 febbraio) in vista del 2014, bimillenario della morte (63 a. C. - 14 d. C.). Curata insieme con Claudio Parisi Presicce, Annalisa Lo Monaco, Cécile Giroire e Daniel Roger, la rassegna si occupa dell'arte figurativa nell'età di Augusto dividendo le opere per temi.

Uscito vincitore dalle guerre civili, il nuovo Cesare diede un impulso vigoroso alle arti sia a Roma sia nelle province del suo sterminato impero. Nella statuaria come nella produzione di gemme e argenti di Boscoreale, nelle opere pubbliche come negli arredi domestici, lo stile di Augusto e dei suoi consiglieri culturali, Agrippa e Mecenate, è improntato alla quiete dell'arte classica greca del V e IV secolo. Nuovo, e in sintonia con quanto scriveva Virgilio nelle Bucoliche e nelle Georgiche, è il variegato e raffinato dispiegamento di motivi floreali: pampini, edere, rami d'olivo e di acanto. «La natura rigogliosa sull'Ara Pacis, negli umili vasi in terracotta o nei principeschi argenti, allude alla prosperità di Roma grazie alla pax di Augusto» spiega Parisi Presicce. Inedito è il confronto tra l'Augusto di Prima Porta (20. d. C.) che si specchia nel suo modello greco, il Doriforo del grande Policleto nell'esemplare romano del Museo nazionale di Napoli. E mai prima d'ora si erano ricompattati i cosiddetti "Rilievi Grimani" - due da Vienna, uno da Palestrina, in cui appare il motivo simbolico dei cuccioli allattati in una natura, come Roma, rigogliosa e rigenerante - né quelli del monumento diviso in 11 lastre che canta, morto e divinizzato Augusto, la sua impresa ad Azio del 31 a. C.

L'esposizione, frutto di un'intesa tra i musei di Roma e di Parigi, l'anno prossimo sarà riproposta in Francia con l'aggiunta di plastici che permettano di apprezzare ciò che i romani hanno tutti i giorni sotto gli occhi: l'Augusteo, il Pantheon, il Palatino, il ponte sulla Flaminia, la splendida villa di Livia a Prima Porta. È la Roma repubblicana di tufo, mattoni e travertino che Augusto rivestì di marmo e di armonia.