venerdì 31 dicembre 2010

Corsa contro il tempo per salvare i monumenti

Corsa contro il tempo per salvare i monumenti
Daniela Mecenate
Sole 24 ore Roma 24/11/2010

Dalla Domus Aurea ai Fori: servono 27 milioni per salvare il patrimonio artistico dal degrado
Sono 65 i cantieri aperti per mettere in sicurezza 32 siti romani
27 milioni. Gli investimenti. Le risorse destinate dal commissario agli interventi urgenti -30% I fondi alla Domus Aurea. II taglio agli stanziamenti per il prossimo anno

Gli esperti.
Paolo Marconi (Roma Tre): « Il problema più grave è legato all'acqua che scorre sotto la città»
Adriano La Regina «La politica della valorizzazione adottata va a scapito della conservazione»

Rischio geologico. L'opera di manutenzione che assorbe più risorse è quella sul Foro Romano e sul Palatino

Non solo Pompei. A Roma sono 32 i monumenti malati, per i quali si stanno effettuando in totale 65 interventi d'urgenza con una spesa che si aggira intorno ai 27 milioni Dal Colosseo alla Domus Aurea, dagli acquedotti romani alla Domus Tiberiana sul Palatino, dalla via Appia alle Terme di Caracalla, da Castel Sant'Angelo al tempio di Minerva Medica, passando per l'acquedotto Claudio, la villa di Livia sulla Via Flaminia e la Crypta Balbi a via delle Botteghe oscure. La mappa dei malati gravi della città è nei rapporti e nel piano di investimenti del commissario delegato per le aree archeologiche di Roma e Ostia antica, Roberto Cecchi. C'è il rischio di finire come la casa dei Gladiatori a Pompei? «Non siamo a questo livello - risponde il commissario, chiamato dal Ministro Sandro Bondi nel 2009 -ma è chiaro che la situazione è difficile e non ci permette di escludere i rischi. Quello che bisogna fare, e che stiamo facendo, è prima mettere mano alle emergenze e poi effettuare una serie continua di interventi mirati alla conservazione, per evitare di arrivare al punto critico». Il Colosseo, ad esempio, è guardato a vista . e per la sua manutenzione sono stati stanziati, nel piano di investimenti, circa 2,5 milioni. Eppure è bastato il maltempo dello scorso fine settimana per far scattare la chiusura degli ipogei riaperti, dopo il restauro, a fine ottobre. «Il Colosseo è sotto controllo continuo - conferma il direttore tecnico del monumento, Piero Meogrossi - ma il problema è che sotto si incontrano due falde acquifere, insomma scorre un vero e proprio fiume e il rischio idrogeologico è in agguato. Bisogna poi stare attenti a non alterare l'equilibrio della valle nella quale si trova, perché ogni vibrazione o intervento maldestro dell'uomo potrebbe causare conseguenze gravi». L'opera di manutenzione che assorbe più energie è però quella sull'area del Foro Romano e Palatino dove il rischio geologico è elevatissimo: circa 11 milioni la spesa prevista dal piano degli investimenti, che serviranno per recuperare la Domus Tiberiana (su cui è puntato un rilevatore satellitare 24 ore su 24), le Arcate Severiane, la casa di Augusto e il Tempio di Venere, solo per citarne alcuni. «Il Palatino - spiega Cecchi - è quello che ha richiesto più attenzione di tutti. Ci stiamo lavorando insieme al Cnr e stiamo effettuando rilievi fino a 6o metri di profondità». Ma ad aver riportato le ferite peggiori resta la Domus Aurea: per la villa di Nerone, vittima di infiltrazioni che hanno già provocato un crollo nel marzo scorso, il piano investimenti prevede uno stanziamento di 212mila euro solo per far fronte al crollo. Negli ultimi due anni erano stati stanziati dallo Stato circa 5 milioni di euro (2,3 lo scorso anno), mentre per il 2011 i fondi previsti nel ddl stabilità sono scesi a 1,6 milioni (-30%). «La Domus - spiega un archeologo del cantiere - si trova sottoterra con un parco che la sovrasta:le infiltrazioni e il peso del terreno la mettono a dura prova. Se non si investe per il recupero, è destinata a crollare del tutto entro tempi non lontani». A lanciare l'allarme è anche Paolo Marconi, docente di Restauro dei monumenti all'Università Roma Tre: «Esiste una vera e propria emergenza per modalità con cui sono stati eseguiti i restauri negli ultimi 100 anni, ossia col cemento, che si sbriciola, ed è del tutto inadatto. Ma il problema più grave è legato a un altro elemento: l'acqua che scorre sotto la città mette i monumenti sotto schiaffo». Uno scenario fosco a cui si unisce la voce della Confederazione italiana archeologi: «Ci sono ormai crolli quotidiani - afferma Alessandro Pintucci, coordinatore per il centro Italia - di cui spesso non si parla, ma che fanno capire come il patrimonio abbia urgente bisogno di investimenti per la conservazione. Ad esempio le Mura Aureliane: è il monumento affiorate più grande di Roma perché circonda tutta la città, è alto 12 metri e crolla pezzetto per pezzetto». Ma la colpa non è solo della mancanza di fondi. Ad affermarlo è Adriano La Regina, per 30 anni Sovrintendente per i beni archeologici a Roma (fino al 2008) e oggi presidente dell'Istituto nazionale archeologia e storia dell'arte: «Si è adottata una politica insensata e cinica - denuncia - che va a scapito della conservazione: la politica della "valorizzazione" del monumento, ossia si è investito più sul "marketing" e l'immagine del sito che sulla sua conservazione. Di questo, e non dei crolli in sé, è responsabile il ministro. Un orientamento generale che si sta adottando anche a Roma come a Pompei: non vorrei che poi i risultati si rivelassero gli stessi».

La mappa del dissesto
I principali monumenti tra i 32 siti oggetto di intervento nel piano di investimenti del Commissario delegato per le aree archeologiche. Per ciascuno sono indicate le risorse stanziate (in euro)
1 Foro Romano e Palatino L'area è quella che ha assorbito la maggior quantità di risorse. Trai restauri più importanti quelli delle terrazze della Domus Tiberiana 11 milioni

2 Appia antica Oltre al recupero della strada i lavori comprendono la riqualificazione della tenuta di Santa Maria Nova e della Villa dei Quintili 3,5 milioni

3 Colosseo Al recupero dell'Anfiteatro Flavio saranno destinati i 23 milioni degli sponsor selezionati dal bando del commissario che si è chiuso il 30 ottobre 2,5 milioni

4 Terme di Diocleziano “Da restaurare due aule e la natatio del complesso termale che affaccia su piazza della Repubblica. Una parte delle risorse è per il chiostro Ludovisi 2,4 milioni

5 Tempio di Minerva Medica L'edificio è un ninfeo a pianta decagonale e cupola emisferica che risale al IV secolo d.C. Si trova invia Giolitti a ridosso dei binari delta stazione Termini 1.9 milioni

6 Acquedotto Claudio Prevista la messa insicurezza dell'acquedotto nell'agro romano la cui costruzione è stata completata dall'imperatore Claudio nel 52 d.C. 1 milione

7 Terme di Caracalla Le opere di manutenzione avviate nel complesso termale dell'Aventino riguardano le tabernae, il frigidarium, il mitreo egli ipogei 740mila

8 Villa di Livia in Via Flaminia La residenza di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto. Nella villa si trovano anche un complesso termale e una grande ; cisterna rettangolare 420mila

9 Castel 7 Sant'Angelo In lista anche l'intervento di messa in sicurezza della mole Adriana, originariamente edificata come sepolcro per l'imperatore (123 d.C.) 230mila

10 Domus Aurea Ai fondi previsti dal commissario per il crollo del marzo scorso si aggiungono ai circa 5 milioni stanziati dal governo negli ultimi due anni per la casa di Nerone 212mila

martedì 28 dicembre 2010

Secoli di capolavori d´arte e di storia

Secoli di capolavori d´arte e di storia
FRANCESCA GIULIANI
GIOVEDÌ, 25 NOVEMBRE 2010 la repubblica - Roma

I tesori della celebre residenza nella grande mostra "Dalle collezioni rinascimentali ad ambasciata di Francia"

L´esposizione verrà inaugurata il prossimo 17 dicembre e rimarrà aperta al pubblico fino al 27 aprile 2011

È come una scatola di meraviglie che custodisce integra la storia di una famiglia antica e potente, ambiziosa e amante del bello e della fama. I Farnese, nella loro mirabolante ascesa dalle campagne orvietane al soglio papale, hanno concentrato nel magnifico palazzo che porta il loro nome i segni del prestigio conquistato e distillato il senso della loro fenomenale "dinasty" cinquecentesca. Una mostra, "Palazzo Farnese, Dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di Francia", ideata dall´ambasciatore di Francia, Jean-Marc de la Sablière e realizzata da Francesco Buranelli con Roberto Cecchi e l´organizzazione di Civita, riporta dal prossimo 17 dicembre e fino al 27 aprile 2011, nei saloni del palazzo centocinquanta opere di quella magnifica collezione che ha dato fasto e lustro alla famiglia negli anni del suo massimo auge. Naturalmente, è il palazzo stesso a far mostra di sé: prima di tutto perché, essendo sede dell´ambasciata di Francia ma anche dell´Ecole française, è normalmente inaccessibile al pubblico, ma soprattutto per il valore di "exemplum" in cui si intrecciano architettura, pittura, scultura, passione per l´antico.
La storia è nota: il primo architetto incaricato della costruzione del palazzo è Antonio da Sangallo il Giovane nel 1514; alla sua morte gli subentra, nel 1546, Michelangelo che ritocca il progetto disegnando il cornicione che si vede ora sulla facciata, aggiungendo il balcone sormontato dallo stemma con i gigli. Dopo la morte di papa Paolo III Farnese sarà il Vignola a prendere in mano la "fabbrica" del palazzo, ultimato sotto la direzione di Giacomo della Porta nel 1589. Un secolo per costruirlo e alcune fra le menti più geniali del Rinacimento per realizzarlo: così il "dado Farnese", come verrà presto ribattezzato per la sua forma austera, diventa cenacolo di artisti, letterati, appassionati d´arte nella Roma di fine Cinquecento, un luogo di grande fascino da ammirare ancora oggi.
Le porte del palazzo si aprono (solo su prenotazione!) ricomponendo le storiche sale degli Imperatori e dei Filosofi, permettendo la promenade sotto le volte affrescate da Taddeo Zuccari e Francesco Salviati per glorificare le origini "romane" della famiglia, esibendo i famosi Daci prigionieri che torneranno ai lati del portone del grande salone grazie ai prestiti del Museo archeologico nazionale di Napoli. Anche lo spettacolare cortile sarà ripopolato "virtualmente" dalle sagome delle statue (inamovibili) dell´Ercole farnese, dell´Ercole latino e del Toro farnese accanto alla statua in porfido di Apollo. Nella galleria nord-est, tornano i disegni preparatori di Annibale Carracci (dal Louvre), le maioliche rinascimentali (dal Castello di Chambord), lo studiolo del museo di Ecouen, gli arazzi (dal Quirinale) e i tanti dipinti, come il ritratto di paolo III di Tiziano, le opere di Sebastiano del Piombo, dei Carracci, di El Greco (da Capodimonte), i busti romani, i ritratti antichi e la preziosa collezione numismatica. Info e prenotazioni al tel. 06-32810 e su www. mostrapalazzofarnese. it o www. civita. it

martedì 21 dicembre 2010

Terme di Diocleziano. Con sculture "cosmiche" Cascella riapre il Planetario

Terme di Diocleziano. Con sculture "cosmiche" Cascella riapre il Planetario
Giulia Agostinelli
Libero – Roma 17/12/2010

Con Cascella riapre il Planetario
Chiuso da oltre cinque anni, è di nuovo accessibile al pubblico con l'Aula ottagono

Un edificio dalle mille anime: da terme pubbliche al tempo degli antichi romani, a granaio pontificio; da planetario a cinema d'essai. Dopo varie aperture a singhiozzo e dopo due anni di restauri, da oggi si sono riaperte le porte dell'Aula ottagona delle Terme di Diocleziano. E per l'occasione, lo spazio è stato tirato a lucido e arricchito con l'esposizione di sedici opere firmate dallo scultore Pietro Cascella dal titolo "I segreti del cielo". Grazie a un finanziamento di 300mila euro della Soprintendenza speciale ai beni archeologici, la "Rotunda Diocletiani", quella dove un tempo si andavano a guardare le stelle proiettate da un cannocchiale Zeiss (donato dalla Germania come riparazione parziale dei danni della prima Guerra mondiale) o dove si guardavano film d'essai, torna ad essere un monumento e al tempo stesso uno spazio museale. «Sarà un'apertura stabile», assicura il direttore per la valorizzazione dei beni culturali Mario Resca, il quale spiega che, in accordo con il Comune, è stato deciso di chiudere al traffico la strada che dà sull'entrata dell'Aula per favorire meglio l'ingresso dei visitatori. In soli 400 metri quadri l'Aula racchiude ancora le varie anime che l'hanno attraversata nel corso dei secoli. Sopra la calotta in ghisa del vecchio planetario, richiamato dalle luci blu soffuse che la illuminano, svetta una delle più importanti cupole di Roma, per caratteristiche architettoniche e per il suo stato di conservazione. E qui, fino al 20 marzo prossimo, sono ospitate anche le statue e i bozzetti in marmo e gesso con cui Cascella ha voluto narrare, in una sintesi tra forme simboliche e geometriche, il mistero dei pianeti e della volta celeste. Gli scavi realizzati negli anni novanta hanno poi riportato alla luce i sotterranei ricchi di storia. Al piano di sotto dell'Aula, infatti, convivono tra loro le arcate realizzate nel '600, quando le terme ormai in disuso furono trasformate nei granai del Papa; e i muri in opus reticolatus delle domus del I sec a.C. e dell'epoca Flavia. «Con l'intervento commissariale», spiega Rosanna Friggeri, direttrice del Museo Nazionale Romano, «sono partiti anche dei cantieri che dovrebbero portare all'apertura di due aule e della piscina, per un lavoro di restauro che durerà non meno di un anno e mezzo con un finanziamento di 1,5 milioni».

sabato 18 dicembre 2010

Dentro i palazzi di Roma. Se il cortile è meglio della facciata

Dentro i palazzi di Roma. Se il cortile è meglio della facciata
Lidia Lombardi
Il Tempo 27/11/2010

Dove l'occhio sbircia tra i «no» dei portieri

“No, non si entra. Si accomodi fuori». Il portiere in giacca blu ha l'aplomb di un grand commis. Ed è inflessibile. Sicché appena una sbirciatina oltre il cancello con l'ottone della bottoniera tirato a lucido. Ma non scoraggiatevi, altrove può andare meglio. E vi capiterà di fare scoperte capaci di causarvi una sindrome di Stendhal. Parliamo dei cortili di Roma, dell'altra faccia dei palazzi di travertino o intonaco color dell'aria. Oppure di quelli nei quartieroni primo Novecento, che sembrano una città nella città, con le panchine, gli alberelli di oleandro, il pavimento segnato dal gesso far giocare i ragazzini a campana e l'odore del sugo con gli involtini che bolle tre ore nella cucina di una delle ultime norme estranee alla pentola a pressione. La pancia dei palazzi - quelli nobili e quelli popolari, le residenze blasonate e le dimore del generone, fino ai condomini anni Trenta, alla Gadda di piazza Vittorio per capirci - risponde a un canone unico. Obbligatoria una fontana al centro nei spazi più grandi, addossata a un muro se il cortile è angusto. Lo zampillo che si sposa al silenzio dello spazio concluso già crea una dimensione rarefatta. Se ci aggiungete i vasi zeppi di fiori, il rampicante che il sole di Roma fa maestoso, una statua in marmo o in gesso, avrete lo standard che poi si declina in decine di modi. Le vie del centro sono una miniera di scorci e di storie. In via del Corso, uno di fronte all'altro, ai numeri 68 e 11, la sede del Gran Maestro dell'Ordine di Malta e quella che ospita tra l'altro l'Intesa San Paolo. La prima replica lo stemma crociato dei Cavalieri, bianco su campo rosso, nel bel lampione in ferro battuto, nel pavimento e sullo sfondo della vasca d'acqua. La seconda ha per vanto un sarcofago antico e una targa di marmo con su scritto: «Guglielmo Marconi abitò qui e diffuse i raggi del suo genio immortale». Via Borgognona al n. 26 alterna glamour e pittoresco: nel cortiletto felci, ciclamini, un mascherone che sputa acqua e gli ingressi degli orafi Brocani e D'Avossa e della boutique di Roberto Cavalli. Altrove una veranda, una sequenza di arcate, uno spiazzo ampio, gentile, solenne. Ecco il barocco di Palazzo Torlonia in via Bocca di Leone 78. La statua di un giovane dio pensoso è in una nicchia cilestrina col rampicante trompe l'oeil. Un glicine s'inerpica sulla loggia e crea un pergolato. Piccolo assaggio di altre «maraviglie». Palazzo Borghese, il «cembalo» seicentesco del Maderno e del Rainaldi in piazza della Fontanella Borghese, è imponente dentro quanto fuori. Adesso è un blasonato condominio. Ci ha abitato Cecchi Gori al tempo della liaison con Valeria Marini. Ora vi alloggia tra gli altri la principessa Alessandra Borghese e l'ambasciatore di Spagna. Il gioco delle cento colonne di granito, delle fontane e delle statue fa quinta scenografica al giardino segreto che rosseggia di aranci. Si rimane a bocca aperta anche nel cortile di Palazzo Mattei, in piazza Campitelli. Ci incontri ad ogni angolo, sulle balaustre delle scale, pensosi personaggi di marmo. Sono filosofi, condottieri, poeti. «A sera forse le statue parlano, ma il loro segreto si perde nel cuore della notte», commenta un documentario dell'Istituto Luce reperibile in rete. L'ultima tappa nel centro storico è la Galleria Sciarra, il ventre di un edificio tra via Marco Minghetti e piazza dell'Oratorio. Ora è un passaggio pedonale, in principio era il cortile di Palazzo Sciarra Colonna di Carbognano. Dal lucernario i raggi illuminano un ciclo di pitture liberty. Gentiluomini e gentildonne di metà Ottocento così come uscivano dalle pagine di Cronaca Bizantina, la rivista edita dal Sommaruga che ospitava le polemiche di Carducci, Capuana, Verga e i resoconti mondan-decadentisti di D'Annunzio. Sanguigni altri cortili. In via Andrea Do ria la sequenza dei palazzoni piccolo-borghesi di cent'anni fa. In quello al numero 67 svetta una palma. Sotto, donne con le borse della spesa e ragazzi con la sigaretta in bocca fanno capannello

martedì 14 dicembre 2010

A rischio 32 siti archeologici

A rischio 32 siti archeologici
Il Sole 24 ore Roma 24/11/2010

Dalla Domus Aurea ai Fori: servono 27 milioni per salvare il patrimonio artistico dal degrado
Bando per il Colosseo: Della Valle pronto a finanziare il restauro

Trentadue monumenti malati gravi, sui quali si stanno effettuando 65 interventi d'urgenza con una spesa che si aggira intorno ai 27 milioni. Dal Palatino alle Terme di Caracalla, dal tempio di Minerva Medica all'Appia antica, fino all'acquedotto Claudio. La mappa dei siti archeologici "sorvegliati speciali", per evitare disastri come quello della casa dei gladiatoria Pompei, è contenuta nel piano di investimenti del commissario delegato per le aree archeologiche di Roma e Ostia antica, Roberto Cecchi. Che avverte: «La situazione è difficile e non ci permette di escludere i rischi. Quello che bisogna fare, e che stiamo facendo, è prima mettere mano alle emergenze e poi effettuare una serie continua di interventi mirati alla conservazione, per evitare di arrivare al punto critico». Intanto si attende ancora di sapere quali saranno gli sponsor disposti a mettere sul piatto del restauro del Colosseo 23 milioni per completare gli interventi previsti sull'anfiteatro. Di certo si sa solo che Diego della Valle è pronto a scendere in campo. Il proprietario della Tod's ha infatti risposto al bando dei Beni culturali che si è chiuso il 30 ottobre. Silenzio sul resto dell'operazione e sul numero delle offerte giunte: bocche cucite al ministero, no comment dal Campidoglio.

mercoledì 8 dicembre 2010

Il fascino dell´antico nella Roma del ‘700

Il fascino dell´antico nella Roma del ‘700
DOMENICA, 28 NOVEMBRE 2010 LA REPUBBLICA - Roma

La mostra, che verrà inaugurata martedì, proporrà 140 opere provenienti da importanti strutture museali italiane e straniere

Lea Mattarella
«L´unica via per diventare grandi e, se possibile, inimitabili è l´imitazione dell´antico», affermava convinto il teorico del Neoclassicismo Johann Joachim Winckelmann nel 1755. Il luogo dove si poteva, non solo imitare l´antichità, ma anche ispirarsi a questa per orientare il gusto verso una nuova visione del mondo, a quei tempi era l´Italia. E più esattamente Roma, culla di un passato grandioso che andava recuperato come dimora, luogo ideale dello spirito.
La mostra "Roma e l´antico. Realtà e visione nel ‘700", a cura di Carolina Brook e Valter Curzi, che apre al pubblico martedì 30 novembre (fino al 6 marzo, catalogo Skira) nel nuovo spazio espositivo della Fondazione Roma Museo, ricostruisce una città davvero al centro delle vicende dell´arte del tempo. Non c´era artista o studioso o, comunque, uomo di cultura che non considerasse il viaggio nella Città Eterna come essenziale alla sua formazione. Visitare Roma significava ritrovare le proprie radici, la propria memoria. Qui si scavava, si estraevano frammenti di un mondo lontano ma non perduto, che si studiavano, si restauravano, qualche volta si integravano, o magari si falsificavano, perché la richiesta di oggetti antichi era sempre più elevata. Winckelmann, per esempio, era convinto che il più bel dipinto dell´antichità fosse rappresentato da un affresco raffigurante Giove che bacia Ganimede che oggi è in mostra. Solo che è attribuito al suo vero autore, Anton Raphael Mengs il quale, non a caso, proprio per questa sua capacità di recuperare i canoni della classicità, era l´artista più ricercato del suo tempo.
«È giusto inaugurare il nostro nuovo spazio espositivo in un luogo storico come Palazzo Sciarra proprio con una mostra dedicata a Roma», spiega il professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma, istituzione impegnata non solo nelle attività che riguardano arte e cultura, ma anche nell´istruzione, nella ricerca, nel volontariato e nella sanità, con iniziative come l´Hospice dove si assistono i malati di cancro, di Alzheimer e di Sla.
«La nostra attività espositiva - prosegue Emanuele - si articolerà con le mostre dedicate al passato, che si terranno nell´edificio appena aperto, e quelle di arte contemporanea a cui sarà interamente destinata la vecchia sede di Palazzo Cipolla». Le 140 opere, provenienti da importanti musei italiani e stranieri, rivelano un immaginario interamente pervaso dall´amore per l´antico. Dai quadri alle sculture fino agli oggetti, canoni e temi della classicità vengono rivissuti con sicurezza, desiderio di emulazione ma anche con romantica nostalgia. Tuttavia questa non è un´esposizione sul Neoclassicismo. Il percorso tra le sale immerge dentro l´atmosfera di una raccolta d´arte del Settecento, in cui, accanto ai capolavori del passato, dall´Apollo Citaredo all´Erma di Pericle (ritrovata a Tivoli nel 1779), convivono felicemente la perfezione vibrante di David e di Canova, le invenzioni di Piranesi, gli intarsi di marmi colorati, le creazioni ‘capricciose´ di Giovanni Paolo Panini. E anche le copie di affreschi o di statue già allora diventate leggenda.

venerdì 3 dicembre 2010

"Troppi tagli, allarme monumenti a rischio Domus Aurea e Colosseo"

"Troppi tagli, allarme monumenti a rischio Domus Aurea e Colosseo"
ANNA RITA CILLIS
SABATO, 20 NOVEMBRE 2010 LA REPUBBLICA - Roma

La denuncia della Cgil dopo i crolli a Pompei e a Gela

"Per le mostre e gli eventi nei musei cittadini si passerà da 14 milioni di euro a 2,8"

È la Cgil a lanciare l´allarme: «I tagli alla cultura previsti nella Finanziaria mettono a rischio anche la manutenzione e la tutela di monumenti come il Colesseo e la Domus Aurea». Ma non solo, visto che «conti alla mano», spiega Lorenzo Mazzoli, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil territoriale. «I milioni in meno saranno in tutto circa 11: dai 14 del 2009 ai 2,8 del 2011». E dunque, secondo la sigla confederale, la città perderà il suo «primato» e «mostre come quella di Caravaggio, la più visitata in Italia, ce le possiamo scordare».
Per la Fp Cgil, «oltre agli abbattimenti contenuti nella manovra Finanziaria c´è una generale carenza di finanziamenti nel settore della cultura che mette, quindi, a repentaglio la gestione e la cura di siti archeologici delicati di cui la Capitale è ricca oltre alla sopravvivenza di importanti istituti di cultura e ricerca come il museo Tasso e l´accademia di San Luca». Poi il numero uno della Fp Cgil di Roma e Lazio lancia un appello alle istituzioni «per scongiurare questo pericolo» e per chiedere «un passo indietro rispetto alla legge 122» contenuta nella manovra estiva. Tutte sforbiciate «che producono crolli», dice Mazzoli: da quelli occupazionali sino ai ricavi. Visto che il comparto si vedrà «diminuire dell´80% i fondi», così facendo «si mette in crisi un´economia strettamente collegata a un patrimonio che potrebbe scomparire», aggiunge il sindacalista.
E dietro lo slogan "Costruiamo cultura", che racchiude anche una raccolta firme per «fermare l´esecutivo», il sindacato lancia un invito ai «cittadini affinché si rendano conto del pericolo che corre la Capitale» e una provocazione: «Ci opporremo in tutti i modi alla scure del governo. Non è esclusa una mobilitazione dei lavoratori dei musei: si tratterebbe di una paralisi temporanea che servirebbe a scongiurare quella permanente», avverte Lorenzo Mazzoli.
Siti archeologici, mostre, eventi a Roma «producono e potrebbe produrre ulteriormente sviluppo e occupazione», dice il segretario e snocciola dati al riguardo: «Nel primo semestre 2010 i visitatori nei musei statali sono cresciuti del 32% rispetto al 2009, e in quelli civici del 45%: è un aumento di ingressi che descrive l´interesse del pubblico per i siti archeologici più noti, come il Colosseo e il Foro Romano, ma anche per i nuovi poli del contemporaneo del Macro Reggio Emilia e del Macro Pelanda».
E la raccolta firme per la petizione prosegue: stasera, per la Notte dei musei in musica, il sindacato sarà davanti alle gallerie per informare i cittadini degli effetti dei tagli.