venerdì 31 luglio 2009

Ai Musei Capitolini la stanza di Arnolfo

Ai Musei Capitolini la stanza di Arnolfo
RORY CAPPELLI
VENERDÌ, 31 LUGLIO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

Aperta ieri al pubblico Dal monumento onorario a Carlo I d´Angiò alle quattro misure per il dazio
Esposti anche il sarcofago con Apollo, Atena e le Muse, la mensa con scene della vita di Achille e il globo dell´obelisco vaticano


Francesco Guccini e una troupe cinematografica giapponese. Jacques Le Goff e la storiografia degli anni Settanta. Una presentazione decisamente postmoderna quella della nuova sala dei Musei Capitolini dedicata al medioevo, da ieri aperta al pubblico, che espone un monumento onorario a Carlo I d´Angiò - attribuito ad Arnolfo di Cambio, che l´avrebbe realizzata tra 1275 e 1277 - e altri reperti medievali. Le parole e la musica di Guccini, quelle di una canzone del 1981, Bisanzio, hanno echeggiato nella sala Pietro da Cortona con i turisti che, tra un Caravaggio e un Guido Reni, si affacciavano stupiti. «Quella del Medioevo età buia, barbarica, oscura e oscurantista è un´invenzione del Quattrocento» esordisce dopo la musica il sovraintendente ai Beni Culturali Umberto Broccoli. «Per restare nel nostro ambito territoriale, Roma infatti non è solo Repubblica, Impero e Rinascimento: c´è anche la Roma medievale». «Questa sala» spiega poi il direttore dei Musei Archeologici Claudio Parisi Presicce, «che dal 1561, dopo il Sacco di Roma, ha ospitato gli archivi, vuole essere un omaggio ad anni troppo a lungo considerati bui». Il restauro della sala, continua Broccoli, «è stato poi reso possibile da un´operazione che, all´atto del mio insediamento, ho annunciato di voler fare: quella di "mettere a rendita" i beni». Nei Capitolini, infatti, per tre lunedì consecutivi, qualche mese fa, sono state girate scene di un film giapponese: un thriller la cui protagonista, una bambina, scompare proprio nei Capitolini. Un´operazione, quella del restauro, che, dunque, «non ha fatto uscire un soldo dalle tasche dell´amministrazione comunale», conclude soddisfatto il sovraintendente.
Carlo I d´Angiò troneggia in fondo alla stanza di piccole dimensioni dedicata dunque al Campidoglio nel periodo medievale: sta laggiù, oltre le quattro misure per il dazio (per il vino, per l´olio, per il grano) con cui le maestranze misuravano le tasse per i contadini che nel Medioevo tenevano un mercato proprio nella piazza del Campidoglio, oltre il sarcofago con Apollo, Atena e le Muse, oltre la mensa decorata con scene della vita di Achille e il globo dell´obelisco vaticano. Sta lì, gli occhi vuoti, lo scettro in mano, una corona tempestata di pietre preziose, seduto su un trono adornato con due teste di leone, simbolo di Roma. Il marmo è bianco, anche se Arnolfo di Cambio aveva seguito la moda greca e romana di colorare le statue: tracce di pigmento - cancellato nel XV secolo - sono state trovate nel corso dei restauri. Doveva essere rosa e rossa nel volto, nera nelle sopracciglia e negli occhi, azzurra e oro nel mantello, rosso vivo nei calzari, bruno arancio nei leoni.

domenica 26 luglio 2009

La Porta della "regina viarum" e il Bastione che controlla i Colli

La Porta della "regina viarum" e il Bastione che controlla i Colli
EMANUELE TREVI
DOMENICA, 26 LUGLIO 2009 LA REPUBBLICA Roma

Dal bello e solenne varco di San Sebastiano, decorato dal Sangallo Carlo V, nel 1536, fece il suo in ingresso trionfale in città

Qualunque attività, per quanto bizzarra e in apparenza solitaria, è in grado di procurarci inaspettati compagni di strada. Pensavo di essere l´unico, in questo periodo, a perlustrare il tracciato delle Mura Aureliane, descrivendo in queste puntate domenicali scorci pittoreschi, luoghi storici, sorprendenti contaminazioni dell´antico e del contemporaneo. E invece, eccomi qui ad ammirare il paesaggio, in cima ad una delle alte torri di Porta San Sebastiano, sede del Museo delle Mura, assieme a un´archeologa e topografa di rango, Alessandra Capodiferro, direttrice di Palazzo Altemps, e a Marco Delogu, uno dei più famosi fotografi contemporanei. Merita d´essere raccontato il lavoro che hanno intrapreso ultimamente. E´ uno dei tanti esempi di un legame segreto ma tenace tra gli artisti contemporanei e queste vecchie e fascinose mura.
L´idea è stata quella di tirare fuori dagli archivi dell´Accademia Americana una serie di fotografie archeologiche risalenti, più o meno, a un secolo fa. E di mettere quelle immagini ormai fuori dal tempo nelle mani di alcuni fotografi contemporanei, capaci di reinterpretarle. «E´ chiaro che il contatto diretto con il monumento antico», mi dice Alessandra Capodiferro, «rappresenta il fatto più importante, la prova del nove. Ma l´antico, per essere davvero visibile, ha sempre bisogno che gli si faccia un certo spazio intorno, e non solo in senso materiale. Sono le diverse forme di attenzione che si succedono nel tempo a dare alle cosiddette ‘rovine´ il loro spessore, è un processo che non si può e non si deve mai interrompere».
Marco Delogu, che è l´unico artista romano tra quelli finora coinvolti nel progetto, ha dovuto fare i conti non solo con la memoria storica collettiva, ma anche con i ricordi della sua infanzia. Con la sua polaroid, ha dato forma a un percorso antichissimo, dal confine urbano rappresentato dalle mura e dalla porta verso il cuore della città, passando per il Circo Massimo e le pendici del Palatino, fino al Tempio di Vesta e al Tevere. Ne è venuto fuori una specie di struggente viaggio onirico, che affonda nel tempo privato e collettivo nel momento stesso in cui sembra muoversi nello spazio.
Nessun altro accesso a Roma, nemmeno Porta del Popolo, può contendere la palma della bellezza e della solennità a Porta San Sebastiano, degno termine della via Appia, che i romani chiamavano «la regina delle strade». Vincitore dei Turchi, è di qui che Carlo V, nel 1536, fece il suo ingresso trionfale in città. E anche questa volta, l´architetto incaricato delle decorazioni fu il Sangallo, impegnato in un compito certo più effimero della costruzione del Bastione, ma non meno importante dal punto di vista politico e diplomatico. Ancora oggi, la vista della porta e delle sue torri, con il basamento quadrato rivestito di travertino, suscita facilmente un´ammirazione che sconfina nella riverenza.
Dall´alto delle torri, la vista spazia sull´ampia pianura che prosegue fino ai Colli Albani. Se si escludono poche costruzioni moderne, in questa direzione - caso più unico che raro - l´aspetto del paesaggio non è poi molto diverso da quello che dovevano scrutare i soldati di guardia nel V secolo, quando le torri raggiunsero aspetto e altezza definitivi, al termine di una serie di rimaneggiamenti. Già, perché parliamo sempre di Mura Aureliane, giustamente onorando in questo modo l´imperatore che le concepì e le fece rapidamente eseguire, ma quelle che vediamo oggi sono pur sempre il frutto delle continue modifiche, migliorie, riparazioni effettuate nel corso dei secoli. E´ un processo che fa assomigliare le mura a un vero e proprio organismo vivente. Il miglior modo per rendersi conto delle fasi di questo immane lavoro, fondamentale nello sviluppo di Roma e della sua immagine, è visitare le sale del Museo delle Mura, dotato di plastici e accuratissimi pannelli informativi. Ma anche se si è troppo pigri per assimilare informazioni storiche e archeologiche, il luogo è così bello che ci si spende volentieri molto più tempo del previsto. Purtroppo, per motivi di sicurezza in questo periodo la cosiddetta Passeggiata delle Mura, a cui si accede da una delle torri, è ridotta a un segmento brevissimo. Qualche anno fa, il crollo di un pezzo di muro fra due torri, tra l´Appia e la Cristoforo Colombo, ha interrotto il circuito. Ma questo tratto di mura è così ben conservato che sarebbe possibile, una volta effettuati i restauri, camminarci sopra per chilometri, sia in direzione della scomparsa Porta Ardeatina, che verso Porta Metronia. Come sempre, la vista verso l´interno della città non è meno interessante di quella che dà sull´esterno. A meno di non sorvolare la zona, infatti, una passeggiata sulle mura sarebbe l´unico modo per gettare lo sguardo su una delle parti più segrete della città: un mosaico di terreni privati e demaniali punteggiati da splendide ville e giardini segreti. Una campagna antica, fitta d´alberi, prati, canneti che non ci si aspetterebbe mai a due passi dal Circo Massimo e dal lungotevere. Sembra quasi un miracolo, soprattutto se si fa il paragone con altre zone più a nord, ma da queste parti, fra la Terme di Caracalla e l´inizio della Cristoforo Colombo, l´espansione urbanistica ha concesso una tregua al territorio, consentendogli di conservare una caratteristica altrove scomparsa. Vale a dire, il proseguire della campagna all´interno della cinta delle mura, il cui tracciato correva ben distante dall´abitato. Per questo motivo, il tratto di mura che va dal Bastione del Sangallo a Porta Latina, tutto affacciato verso il sud, è il più autentico, e il meglio conservato dell´intera cerchia. Non si tratta solo delle mura e delle torri in sé, ma dello spazio circostante. «Qui le mura», mi spiega Alessandra Capodiferro, «sono ancora un segno forte, autonomo, di distinzione fra un interno e un esterno, fra la città e i suoi dintorni». Appena più a nord, come vedremo, questa distinzione si fa impossibile. Troppo grande per rispettare i suoi stessi limiti secolari, la città ha finito per divorare le sue mura.

giovedì 23 luglio 2009

La nascita della via dell´Impero tra scavi, scempi e tesori

La nascita della via dell´Impero tra scavi, scempi e tesori
CARLO ALBERTO BUCCI
GIOVEDÌ, 23 LUGLIO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

Foto dei Fori, affreschi, sculture ai Musei capitolini si apre la mostra sugli sventramenti di Mussolini

Prima del settembre 1931 c´era il quartiere Alessandrino, con le botteghe, le chiese, le viuzze tra le i palazzetti di edilizia popolare del Settecento e le casupole medievali. Così come un anonimo fotografo dell´Ottocento, salito in cima basilica di Massenzio, lo immortalò nella panoramica a 180 gradi ora posta in avvio della bella mostra "Via dell´Impero, nascita di una strada" (Musei Capitolini, da oggi al 20 settembre). E così come i romani l´avevano costruito in duemila anni di aggiunte, distruzioni, riutilizzazioni dei marmi dei Fori imperiali. Dopo la prima picconata e in soli dieci mesi di demolizioni, calcinacci e scavi archeologici, di quel quartiere popolare rimaneva solo un lungo rettilineo vuoto: la strada da parata voluta da Mussolini per celebrare in fretta e furia i dieci anni dalla marcia su Roma del 1922 e le successive marce sulle terre d´Oltremare.
Le demolizioni ordinate dal direttore delle Belle arti Antonio Muñoz permisero certo di scoprire la magnificenza dei mercati di Traiano, le connessioni tra i Fori e i templi, o la frenesia delle Erinni nel fregio, mutuato dall´altare di Pergamo, raffigurante la lotta tra dei e giganti: certamente il pezzo più importante e impressionante tra i circa cento reperti che accompagnano l´esposizione realizzata da un´équipe di studiosi della Sovrintendenza comunale (i testi nel catalogo edito da Palombi). Ma la riscoperta dei fasti di Roma antica portò con sé - in quel punto e in molte altre zone: da via della Conciliazione a piazza Augusto imperatore - la perdita di quella moderna, così simile, nel suo tracciato da casbha orientale, all´Urbe dei Cesari.
Nata come proseguimento della mostra di un anno fa ("L´invenzione dei Fori imperiali"), quella odierna getta luce proprio sulla strada che il Duce volle e, diversamente dal progetto di Corrado Ricci di inizio secolo, fece realizzare tirando una riga dal suo balcone di piazza Venezia al Colosseo. Peccato che in mezzo a quella linea dritta c´era la sede dell´antichissima Accademia di San Luca, c´erano le case addossate a San Luca e Martina (capolavoro di Pietro da Cortona oggi isolato e spogliato), cera la gente che fu sbattuta sulla Casilina (borgata Alessandrina, appunto) e c´era anche la collina Velia. Ma tutto fu spianato.
Come dimostra il freschissimo acquerello di Odoardo Ferretti, ma anche le suggestive foto d´epoca di Filippo Reale, Michele V. Calderisi, Cesare Faraglia (60 in tutto gli scatti esposti), in mezzo ai piedi della via dell´Impero c´era anche il criptoportico della villa imperiale inglobata in palazzo Rivaldi. Anche quelle architetture romane, comprese le bellissime pitture su fondo rosso, andarono in polvere sotto il piccone demolitore. Ed è soprattutto grazie alla precisione dei taccuini di Antonio Maria Colini se di quella antica storia è rimasta oggi precisa memoria.

Domani la notte dei Musei Vaticani

Domani la notte dei Musei Vaticani
L. Col.
23 LUGLIO 2009, CORRIERE DELLA SERA

Apertura straordinaria

Si aprono domani sera, in via eccezionale, i Musei Vaticani. Dalle 19 alle 23 si potrà accedere alla serata speciale attraverso la prenotazione online obbligatoria (al costo di 4 euro, più il costo invariato del biglietto: 14 euro intero e 8 euro ridotto tramite il sito internet dei Musei http://mv.vatican.va). Una serata dedicata soprattutto ai romani, che raramente accettano di mettersi in fila dietro i lunghi torpedoni di stranieri per ammirare le meraviglie racchiuse dietro le mura che si snodano a ridosso di piazza Risorgimento.

Un’esperienza unica e straordinaria che si potrà ripetere regolarmente da settembre in poi, se l’esperimento funzionerà. Antonio Paolucci, che dirige i Musei Vaticani, spiega che la filosofia dell’iniziativa è di restituire i Musei alla città. «Voglio far vivere ai romani - annuncia - l’emozione di entrare nel Cortile Ottagono sotto il cielo che si riempie pian piano di stelle, di soffermarsi davanti alle statue più belle e famose al mondo, come il Lacoonte e l’ Apollo del Belvedere, il Perseo e i Pugilatori di Antonio Canova.

Di capire che la bellezza è un balsamo per l’ anima, che lenisce i dispiaceri e fa sentire felici di essere al mondo».

Si potrà anche assistere al tramonto sulla Basilica di San Pietro e sui giardini vaticani dal Cortile delle Corazze o dalle finestre della Galleria delle Carte Geografiche con il sollievo del ponentino. Si potranno ammirare le Stanze di Raffaello e la Cappella Sistina nella tranquillità del silenzio notturno. Si attraverseranno le gallerie della Biblioteca apostolica vaticana per contemplare gli innumerevoli dettagli pittorici di armadi e pareti. Si potrà entrare nella stupefacente Galleria delle Carte geografiche, con le quaranta carte topografiche delle regioni italiane affrescate sulle pareti e commissionate nel 1581 da papa Gregorio XIII ai più importanti pittori dell’epoca. E in quella degli Arazzi, dove sono esposti dieci arazzi della «Scuola Nuova», tessuti nel XVI secolo a Bruxelles da Pieter van Aelst su disegno degli allievi di Raffaello.

L’itinerario comincia proprio dal Cortile Ottagono, disegnato da Bramante e modificato nel ’700, che per l’occasione sarà illuminato da antiche lucerne.

Così nacque via dell’Impero. Scomparvero l’Alessandrino e la collina della Velia

Così nacque via dell’Impero. Scomparvero l’Alessandrino e la collina della Velia
Lauretta Colonnelli
23 LUGLIO 2009, CORRIERE DELLA SERA

Musei Capitolini

Sessanta foto e altrettanti dipinti documentano gli scavi e le demolizioni

La via dell’Impero, fu inaugurata ufficialmente il 28 ottobre del 1932, anche se i lavori saranno terminati solo nell’aprile dell’anno successivo. «L’idea geniale di congiungere piazza Venezia con il Colosseo e con la via del Mare per mezzo di due ampie strade, possibilmente tracciate secondo la linea più breve, non fu ispirata soltanto da ragioni estetiche, ma anche specialmente da ragioni pratiche», così racconta Antonio Munoz, all’epoca responsabile delle decisioni in campo archeologico. Mancava infatti una comunicazione diretta tra il centro e i quartieri del Celio, dell’Esquilino e del Laterano, perché l’arteria maggiore, la via Cavour, andava a morire contro la barriera del Foro Romano e si perdeva nel dedalo delle viuzze del quartiere Alessandrino.

La costruzione della grande strada comportò una serie di demolizioni, a cominciare dallo stesso quartiere Alessandrino per finire con lo sbancamento della collina della Velia. I lavori di demolizione furono seguiti da un gruppo di fotografi e di pittori, incaricati dagli uffici del Governatorato di documentare le varie fasi degli scavi e i ritrovamenti avvenuti portando in luce il sottosuolo negli anni fra il 1924 e il 1940. Quelle immagini (circa 7.700, riunite in 84 album) sono oggi conservate presso il Museo di Roma e una piccola parte di esse, una sessantina di foto e altrettanti dipinti e reperti archeologici, sono esposti da oggi e fino al 20 settembre ai Musei Capitolini nella mostra «Via dell’Impero. Nascita di una strada».

Le immagini, scattate da professionisti romani come Filippo Reale, Michele Valentino Calderisi e Cesare Faraglia raccontano il rapido e intenso procedere degli abbattimenti e degli sterri. I dipinti spesso sono sovrapponibili alle foto, perché fotografi e pittori registravano gli stessi eventi contemporaneamente e tutti dalla stessa postazione, condizionati dalla struttura dei cantieri. Tra gli artisti impegnati nell’opera, figurano Maria Barosso, Lucia Hoffmann, Giulio Farnese, Odoardo Ferretti, Vito Lombardi.

lunedì 20 luglio 2009

Agro romano, quattro nuovi vincoli. La tutela estesa anche ad aree di Roma nord e lungo l’Aurelia

Agro romano, quattro nuovi vincoli. La tutela estesa anche ad aree di Roma nord e lungo l’Aurelia
LILLI GARRONE
07 luglio 2009, CORRIERE DELLA SERA

Sovrintendenza Ancora un provvedimento. Montino: «Così salta il Prg». Ad agosto Marchetti lascia


Sono altre quattro le aree del piano regolatore sotto osservazione della sovrintendenza per il vincolo di tutela: sono nella zona di Roma nord e lungo l’Aurelia.

E sarà su queste aree che verterà la trattativa, «preventiva », nel tavolo a tre - Campidoglio, ministero dei Beni culturali, Regione - in programma in settimana: un incontro, per ora, tecnico.

«Così salta il piano regolatore - afferma il vicepresidente della Regione Esterino Montino - Dal ministero un atto di prepotenza istituzionale ».

L’assessore capitolino all’Urbanistica Marco Corsini è combattivo: «Difendiamo il Prg perché ad esso sono legate le prospettive di sviluppo della città». Ma «l’idea è quella di salvaguardare il più possibile l’Agro romano», afferma il direttore regionale del Lazio dei Beni culturali Luciano Marchetti che, però, ad agosto lascia e resta vicecommissario per il terremoto abruzzese.


4 nuovi vincoli sull’edilizia «Il Comune non li accolse»

Marchetti: «La Sovrintendenza mosse obiezioni al Prg nel 2003 ma il Campidoglio disse di non averle ricevute, tutto inizia così»



Sono altre quattro le aree del piano regolatore sotto osservazione da parte della sovrintendenza per il vincolo di tutela: sono nella zona di Roma nord e lungo l’Aurelia. E sarà su queste quattro aree che verterà la trattativa, in un certo senso «preventiva», nel tavolo a tre - Campidoglio, ministero dei Beni culturali, Regione - in programma in settimana: sarà un tavolo soprattutto tecnico, perché in questa prima fase saranno gli esperti a sedersi e a discutere.

«L’idea è quella di salvaguardare il più possibile l’Agro romano - afferma il direttore regionale del Lazio Luciano Marchetti - ma è una storia che arriva da lontano e che risale a prima del mio arrivo nel 2003: la sovrintendenza fece una serie di osservazioni al piano regolatore, che non sono state accolte perché ci sarebbe stato un disguido nelle comunicazioni. Ovvero - spiega - la sovrintendenza dice di averle mandate e il Campidoglio di non averle ricevute. Quindi la procedura è andata avanti: la legge del resto su questo è precisa, bisogna coopianificare».

Ma Luciano Marchetti non seguirà fino in fondo la vicenda: «Dal primo di agosto lascio il Lazio - racconta - resto solo vicecommissario per il terremoto in Abruzzo», si occuperà della ricostruzione de L’Aquila.

L’avvio del procedimento di tutela, intanto, è ufficialmente iniziato per la zona Laurentina-Ardeatina: 5.400 ettari di agro romano che erano nel piano paesistico e che sono state trasformate in edificabili dal piano regolatore a un milione di metri cubi di edilizia residenziale e popolare.

Per quest’area venerdì prossimo ci sarà la pubblicazione dell’avvio della procedura del vincolo: tre mesi di affissione, 30 giorni per le osservazioni da parte del Campidoglio o dei privati, dopo di che altri 90 giorni sono concessi al ministero per per valutare le osservazioni. Un lungo iter che porterà al vincolo finale, ma che fin da venerdì prossimo farà scattare per quella zona le misure di salvaguardia. Sarà quindi, questa, una partita difficile da giocare al tavolo tecnico visto l’avvio ormai ufficiale, anche se il Campidoglio intende condurla, mentre sarà tutta da giocare quella sulle altre quattro aree: «C’è un principio di leale collaborazione ormai codificato che impone sia tenuto adeguato conto della posizione del Comune sin dall’inizio dell’istruttoria sui vincoli - spiega l’assessore capitolino all’Urbanistica Marco Corsini - . Per questo noi ci stiamo battendo. Difendiamo il piano regolatore perché ad esso sono legate le prospettive di sviluppo della città».

Nella vicenda è coinvolta la Regione, che sta esaminando le 11 mila osservazioni sul «Piano paesaggistico regionale », che è stato adottato: un centinaio di tecnici le stanno esaminando, a ottobre le controdeduzioni. Altre quattro aree? «Così rischia di saltare il Piano regolatore - afferma il vicepresidente della Giunta regionale Esterino Montino Dal ministero un atto di prepotenza istituzionale».

Il timore di nuovi vincoli era già stato espresso dal presidente dell’Acer Eugenio Batelli, allarmato dalle «voci di altri cinque vincoli che la Sovrintendenza starebbe pensando di istituire», con il rischio di «paralisi per un settore che a Roma rappresenta il 25 per cento del Pil». E il sindaco Gianni Alemanno aveva ricordato dopo l’incontro sulla questione con il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi le «120 osservazioni elaborate quando era a capo del dicastero Francesco Rutelli del tutto ignorate dal Comune e dalla Regione, che riguardano tutto il territorio». Aggiungendo: «È importante prevenire situazioni analoghe».

Ma non sono i vincoli le uniche turbative che incombono sul Prg di Roma: oggi, infatti, il Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi nel merito sul ricorso della società «Boadicea Property Services », che aveva contestato un vincolo di inedificabilità apposto su un’area di via Fontanile Arenato. Il Tar in un primo momento aveva dato ragione al ricorrente, e annullato il piano regolatore. Sentenza ribaltata con la sospensiva già concessa dal Consiglio di Stato il 7 aprile: almeno su quest’area oggi una parola finale.

lo spariglio dell'agro romano

lo spariglio dell'agro romano
di GIUSEPPE PULLARA
09/07/09, CORRIERE DELLA SERA

Lo «spariglio» delle carte in tavola predispone nuove soluzioni al gioco, soprattutto nelle fasi finali. Il prevedibile viene scompaginato, si rimette tutto in discussione. Viene in mente questo passaggio del gioco pensando a ciò che sta accadendo con la vicenda dei vincoli sull’Agro romano.

Gli unici a mantenere ruolo, funzioni e posizioni tradizionali sono i costruttori che rivendicano il loro «diritto » a edificare. Ma un movimento trasversale attraversa istituzioni e forze politiche, collocando gli uni e gli altri in una dinamica con aspetti contraddittori.

Nel centrosinistra della Regione, il presidente Marrazzo e l’assessore all’Urbanistica Montino si schierano a favore del mattone, detta in parole povere. Il sindaco di centrodestra Alemanno difende il Piano regolatore di Veltroni, portatore delle «compensazioni» invocate per costruire. Anche Zingaretti, a capo della Provincia di centrosinistra, difende il Prg non dimenticando però le suggestioni ambientaliste. Il governo (il ministro Bondi, il sottosegretario Giro) si trova dalla parte della vincolistica, una scelta non proprio della destra anche se Rampelli (ex An) si definisce «il salvatore di Tormarancia».

La matassa è parecchio intrecciata ed ognuno dei protagonisti sembra vivere la storia dei vincoli come un ingombro inopportuno. Tanto che tutti sentono la necessità di riunirsi intorno a un tavolo per dare una soluzione al più presto a una vicenda che toglie chiarezza alle rispettive posizioni e crea imbarazzo. Il silenzio di certi partiti ne è la prova.

L'impressione è che una scelta culturale avanzata, quella dei vincoli a protezione di verde e ambiente, che fu assunta a suo tempo dalla sinistra (favorevole al costruire pubblico), arrivi questa volta in ritardo sul contesto politico ed istituzionale romano. Creando così come tutti i passi fuori-fase un certo scompiglio. Nessuno avrebbe mai pensato che oggi governo e Campidoglio possano trovarsi in contrasto, e perdipiù sul Prg veltroniano. Coniugare sviluppo e tutela del territorio è sempre stato difficile. Ora sembra esserlo di più perché gli uni si sono spostati, negli anni, nel campo degli altri. In un girotondo attorno ai costruttori.

Lazio, laghi inquinati "Troppi scarichi abusivi"

Lazio, laghi inquinati "Troppi scarichi abusivi"
CECILIA GENTILE
MERCOLEDÌ, 08 LUGLIO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

Laghi inquinati, maglia nera a Fondi e Turano Promozione solo per Martignano e Bolsena

Depuratori insufficienti reti fognarie non finite e scarichi abusivi. Fuori limite anche Nemi e Bracciano

Promosso a pieni voti il lago di Martignano, nel comune di Anguillara Sabazia. Maglia nera, invece, per i laghi del Turano, di Fondi e di Posta Fibreno. Non se la passano bene i bacini del Lazio: depuratori insufficienti, reti fognarie non ancora completate e scarichi abusivi causano lungo molti tratti di costa alti livelli di inquinamento che allontanano potenziali turisti e bagnanti. La fotografia è della Goletta dei laghi di Legambiente.


dal 28 giugno al 2 luglio gli ambientalisti hanno effettuato 33 prelievi in tutti i laghi del Lazio e li hanno sottoposti ad analisi di tipo microbiologico e chimico-fisico. I più inquinati risultano quello di Fondi, all´altezza del canale di San Vito, del canale di Sant´Anastasia e della Portella, quello di Posta Fibreno e del Turano, specialmente nel comune di Rocca Sinibalda. Ma anche i prelievi nei romani laghi di Nemi e di Bracciano hanno evidenziato concentrazioni di coliformi fecali e streptococchi superiori al limite di legge. Nella norma, invece, i valori del lago di Albano e del lago di Vico.
«È allarmante la situazione registrata dalla Goletta dei Laghi - dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - ma è altrettanto evidente che dove si lavora sul fronte delle fognature e della depurazione i risultati si vedono. C´è un grande investimento economico nei fondi strutturali della Regione che va utilizzato presto e bene, ma serve soprattutto una grande volontà da parte delle amministrazioni locali. Chiederemo all´Arpa controlli straordinari nei punti inquinati per garantire la sicurezza di chi fa il bagno».
Oltre al giudizio sulla qualità delle acque, Legambiente, insieme al Touring Club, ha voluto anche assegnare le vele, da una a cinque, che comportano una valutazione sull´intero ecosistema del lago: la mobilità, i rifiuti, i servizi per i disabili, i consumi idrici, il paesaggio, la situazione delle coste. Ne sono usciti vincitori con quattro vele i laghi di Martignano e quello di Bolsena, sul versante del comune di Montefiascone.

martedì 7 luglio 2009

Vincoli archeologici nell´Agro esplode l´ira dei palazzinari

Vincoli archeologici nell´Agro esplode l´ira dei palazzinari
ROBERTO MANIA
MARTEDÌ, 07 LUGLIO 2009 LA REPUBBLICA - - Roma

I palazzinari romani hanno deciso di battere la pista politica: cercano di individuare il "mandante" che ha portato il soprintendente ai beni architettonici, Federica Galloni, a bloccare la costruzione di un milione di metri cubi di case (anche popolari) nell´agro romano, tra la Laurentina e l´Ardeatina.

La Galloni ha imposto nuovi vincoli paesaggistici. Contro di lei (che gode di larga stima sul piano professionale) si sono schierati tutti: il centrosinistra (da Marrazzo a Zingaretti), i costruttori (il presidente dell´Acer, Eugenio Battelli ha denunciato il rischio paralisi sull´occupazione, e quello dell´Ance Paolo Buzzetti è arrivato a chiedere l´intervento di Berlusconi), e anche il sindaco Gianni Alemanno si è ribellato.

Qualcuno ha cominciato a pensare che, insieme ai costruttori (nell´area ci sono terreni di Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Caltagirone, Paolo Santarelli) potrebbe essere proprio Alemanno l´altra "vittima" della Galloni: per creargli difficoltà e problemi con un pezzo dei suoi grandi elettori e indebolire la sua area politica in vista dell´imminente scelta per il candidato di centrodestra alle prossime regionali. Insomma, la pista politica. E tutta nel Pdl. Qui si annidano i sospetti e si intravede la sagoma di qualche "sospettato". Il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi? Chissà. O forse il suo sottosegretario Francesco Giro, già coordinatore romano di Forza Italia, e così attivo nel lanciare candidati alla Regione non di provenienza An, dalla sindacalista Renata Polverini al commissario Ue Antonio Tajani, fino a se stesso? Tanti sospetti, ma ancora nessuna prova per la "pista politica".
r.mania repubblica.it

sabato 4 luglio 2009

"Roma in scena", appuntamenti sotto le stelle nei siti espositivi e archeologici

"Roma in scena", appuntamenti sotto le stelle nei siti espositivi e archeologici
VALERIA FORGNONE
GIOVEDÌ, 02 LUGLIO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

Nei musei aperti di sera incontri e spettacoli

Dall´Ara Pacis ai Musei capitolini, da Villa Torlonia al Bilotti, dal Planetario ai mercati di Traiano: ogni luogo offrirà la sua attrattiva

Visite guidate, musica e spettacoli teatrali. Quest´estate va in scena la cultura sotto le stelle. Romani e turisti, fino al prossimo 20 settembre, potranno vivere i più importanti spazi museali e archeologici della città come luoghi di intrattenimento. È partita l´iniziativa "Roma in scena", promossa dall´assessorato comunale alla Cultura, dalla sovraintendenza ai Beni Culturali e curata da Zètema: ogni sera, per tre mesi i musei della Capitale apriranno le loro porte agli oltre 200 appuntamenti tra spettacoli teatrali, concerti, danza e incontri. In più, 23 siti archeologici ospiteranno fino a settembre 900 visite guidate, con percorsi programmati anche di sera e spesso accompagnate da note musicali, letture e laboratori per bambini.
La manifestazione comprende i progetti di attività culturale risultati vincitori per il periodo estivo del bando pubblico dedicato all´animazione nei luoghi archeologici o museali. Dall´Ara Pacis ai musei capitolini, dai musei di Villa Torlonia al Bilotti, dal Planetario ai mercati di Traiano. Ogni luogo avrà la sua attrattiva da offrire. Fino al 30 agosto, la luna sarà la regina del Planetario. Per due mesi, le notti romane si popoleranno di astri e pianeti, in una lunga programmazione per tutte le età: dal 21 al 26 luglio si celebrerà il 40esimo anniversario dello sbarco sulla luna, mentre il 29 dal telescopio in piazza Agnelli si osserverà il satellite. Fino al 12 settembre, invece, le visite guidate faranno riscoprire i segreti racchiusi nel mercato di Traiano e Monte Testaccio, nei sepolcri Repubblicani, nell´area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme e nei sotterranei di Santa Maria Maggiore. La scoperta continua al museo dell´Ara Pacis, dove fino al prossimo 4 settembre dalle 22 risuoneranno le note dei concerti dell´Accademia Romana di Musica. E ancora: la sera dell´8 luglio l´ "Adelchi" di Manzoni debutterà ai mercati di Traiano; la performance "Il noir si fa teatro" riempirà la centrale di Montemartini l´11 luglio, mentre ai musei Capitolini verrà realizzato i "Menecmi" di Plauto (22, 23, 24 luglio).
«In autunno sarà organizzata l´iniziativa "Musei in musica", che darà la possibilità a nuovi talenti di esibirsi all´interno degli spazi della capitale», ha spiegato il presidente di Zetema, Francesco Marcolini.
"Roma in scena", fino al 20 settembre, info: 060608 e www.museiincomuneroma.it

Campagna romana: che fare?

Campagna romana: che fare?
di GIUSEPPE PULLARA
03 luglio 2009, corriere della sera

Questa volta il fatidico interrogativo non preannuncia rivoluzioni.

Lanciata dal Dipartimento di studi urbani di Roma Tre, la domanda ci ripropone il difficile tema dello sviluppo da coniugare con la difesa di un territorio ricco di giacimenti culturali. Per cominciare con un esempio: a Ponte di Nona, nel quadrante Est, ad un ponte a sette archi eretto duemila anni fa e perfettamente in funzione si appoggia una rivendita di water e lavandini. A Tor Vergata una via romana, con basolato rimasto perfetto, è attraversata da una «pista ciclabile ».

Ma nel 2009 non dovrebbero essere stati superati rischi del genere dopo decenni di denunce e provvedimenti? È lo stesso stupore che ci coglie quando dal Comune si illustra un nuovo piano di «recupero delle periferie».

Esistono piani paesistici e vincoli a non finire - lamentati l'altro giorno dall' Acer, associazione dei costruttori - ma l'Università si vede spinta ad alzare ancora oggi un grido d'allarme.

«Buone intenzioni e regole non mancano - dice Vieri Quilici - ma sembra non essere tracciata una direzione di marcia strategica».

Uno studio effettuato sull'area compresa da Prenestina e Casilina, nell'ambito della ricerca nazionale «Progetto urbano e città antica» mette in evidenza l'urgenza di dotare il territorio, che ospita preziosi insediamenti archeologici (acquedotti romani e simili) assieme ad anonimi insediamenti abitativi e produttivi, di servizi e attrezzature.

Non si tratta solo di mantenere la produzione agricola laddove il verde si è salvato, e neppure anche di difendere le nobili rovine romane. L'Università dice: bisogna puntare su una nuova abitabilità di questo territorio per garantirne un futuro metropolitano ordinato e vitale.

Un risultato raggiungibile non tanto con il blocco edificatorio né con l'istituzione di un nuovo Parco: semplicemente coordinando norme, vincoli e iniziative per dare vita ad uno «sviluppo integrato e sostenibile» che metta insieme patrimonio storico-culturale, difesa ambientale e iniziative immobiliari.

Ci vorrebbe, come si suole dire, una «cabina di regia» anti-confusione. Possibilmente lontana dalla politica.

Appia Antica. Maltempo, danni al patrimonio

Appia Antica. Maltempo, danni al patrimonio
Italiasera 4/7/2009

Seria soprattutto la situazione ai resti archeologici dell'Appia Antica
Paris (Soprintendenza): Più tutela attiva

Alberi caduti e danni ai resti archeologici sull'Appia Antica, questo il risultato dei temporale che si e' abbattuto giovedì pomeriggio su Roma. Ad annunciarlo la responsabile della soprintendenza archeologica di Roma per l'Appia Antica Rita Paris: Nell'area di Santa Maria Nova si sono verificati danni evidenti che stiamo ancora verificando attraverso i sopralluoghi - dice Rita Paris a margine della presentazione del Festival EuroMediterraneo in Campidoglio - Sono caduti diversi cipressi proprio sull'area archeologica provocando i danni che stiamo quantificando . Preoccupazione soprattutto per il Mosaico dei Gladiatori delle Terme di Santa Maria Nova: E' completamente allagato. Sono molto preoccupata perche' oltre ad essere una recente scoperta l'avevamo restaurato da poco. Era coperto con un tendone che però sotto il peso dell'acqua si smontato, ricoprendolo tutto d'acqua . Danni stimati anche all'altezza del Mausoleo di Cecilia Metella e Capo di Bove e a Tor Carbone: Diversi sono gli alberi ad alto fusto che sono caduti. Almeno quattro, cinque . Ieri mi sono sentita davvero abbattuta - racconta Rita Paris - Alle enormi difficoltà per tutelare questo patrimonio archeologico e paesaggistico che ogni giorno si affrontano, dobbiamo anche affrontare i danni per i temporali. Ancora ci trasciniamo i danni dello scorso 5 novembre 2008, quando la tromba d'aria ha non solo fatto cadere alberi ma anche rovinato un monumento romano e il basolato antico della strada. Abbiamo appena presentato il progetto per risanare queste problematiche. Adesso dovremo fare ancora una nuova stima dei danni . Rita Paris sottolinea quindi la questione Appia Antica: L'Appia Antica è un enorme patrimonio di interesse archeologico e naturalistico. C'è bisogno di una tutela pi attiva, una tutela che permetta, cioè, di fruire il parco quanto più possibile. Le possibili soluzioni sono la riduzione del traffico e dare attuazione al piano paesaggistico che si sta discutendo ora alla Regione Lazio .

Nuovi vincoli paesaggistici sull´agro romano braccio di ferro tra Alemanno e Bondi

Nuovi vincoli paesaggistici sull´agro romano braccio di ferro tra Alemanno e Bondi
SABATO, 04 LUGLIO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

Ieri, al termine di un incontro tra Berlusconi e Letta, il ministro Bondi e lo stesso sindaco, è stata decisa l´immediata pubblicazione del vincolo che avvia la procedura di salvaguardia. Un provvedimento che Bondi ha tentato di far digerire ad Alemanno promettendo l´apertura di un tavolo permanente di confronto, con la Regione. Per il resto Bondi ha ribadito la sua «intenzione di esercitare le funzioni di tutela del paesaggio che la Costituzione e il Codice dei Beni Culturali» gli assegna. Sottolineando come, in sede di stesura del Prg, né la giunta Veltroni né quella Marrazzo «hanno tenuto in conto le osservazioni a suo tempo presentate dal Ministero», il quale infatti «non aveva mai concesso l´intesa». Alemanno si è detto «fortemente critico, pur rispettando le scelte del ministro» perché «un più attento coinvolgimento degli Enti Locali avrebbe permesso di delimitare in maniera più puntuale le aree, evitando di mettere in crisi una parte importante della pianificazione urbanistica di Roma e i diritti acquisiti da molti imprenditori». Una grana che parte dai «conflitti politici tra l´allora sindaco Veltroni e l´allora ministro Rutelli, che portarono il Comune a ignorare le osservazioni della Sovrintendenza». Indignato anche il vicepresidente della Regione Montino: «Dal ministero un atto di prepotenza istituzionale».