giovedì 27 agosto 2009

Le fontane-capolavoro di Roma? Piscine per turisti e gatti

Le fontane-capolavoro di Roma? Piscine per turisti e gatti
RAFFAELLA TROILI
Il Messaggero 27/08/2009

ROMA - Una volta a Roma si spogliano, s'arrampicano sui monumenti, bivaccano a dorso nudo nel centro storico, si sciacquano nelle fontane. Come se arrivasse loro il messaggio: «Benvenuti nella città dove tutto è possibile». Dopo l'ennesimo danneggiamento, questa volta è toccato a una delle Quattro Fontane, quella raffigurante il Tevere, ci si torna a interrogare su come tutelare il patrimonio artistico capitolino, anche alla luce del crescente malcostame mostrato dai turisti. Turisti maleducati al punto da sconfinare nel vandalismo, come probabilmente è avvenuto in via delle Quattro Fontane. Basta un veloce giro in centro: a piazza Mastai una famiglia canadese con le scarpe ai piedi si rinfresca nella fontana delle Tartarughe, scatta anche una foto ricordo per il nonno di 80 anni dentro la vasca, al Pantheon invece sono dei francesi - papà e figlioletti - a prendersi a gavettoni. Fanno una tale conflisione, che alla fine esce un barista a riprendarli. Ancora, a piazza del Popolo un cittadino ne approfitta per fare la doccia al gatto. E sempre a piazza Mastai, una bimba in pannollno si rinfresca sotto gli occhi contenti dei genitori. Da piazza Barberini a Castel Sant'Angelo, il cuore di Roma viene bistrattato così. Un patrimonio immenso difficile da custodire, «ma la situazione è tenuta sotto controllo dalla Sovraintendenza ai Beni culturali del Comune», assicura il vicesindaco Mauro Cutrufo che ha effettuato un sopralluogo alla fontana danneggiata. «L'amministrazione oltre a studiare delle sanzioni ha predisposto degli inviti all'imprenditoria privata, che a fronte di un restauro potrebbe beneficiare dell'immagine positiva che ne deriverebbe». L'ipotesi per ora più probabile è che qualcuno appoggiandosi per bere abbia fatto cadere nella vasca il pezzo di statua. Il frammento è già in laboratorio, ma il sovrintendente comunale Umberto Broccoli apre le braccia ai privati sia in termini di gestione che di restauri dei monumenti, «il bene culturale così come noi lo viviamo è improduttivo, dobbiamo puntare su sponsorizzazioni, finanziamenti esterni, creare reddito con l'affitto di mitrei, monumenti da dare in gestione ai privati. Abbiamo magazzini pieni di materiale antico, conservato nell'illusione che non si degradi». Quanto alle fontane, fa una premessa filosofica: «Non dimentichiamo che in origine sono nate per essere vissute, certo quando Bernini le ha realizzate non c'erano ogni giorno migliaia di persone a visitarle». Più praticamente, l'unica forma di tutela possibile è «la sorveglianza, un maggior controllo visivo, per cui la presenza dei colleghi e amici vigili è preziosissima». «Per me bisognerebbe ripristinare la sacralità di alcuni luoghi». E' la voce del soprintendente ai Beni archeologici, Angelo Bottini. «Contrastando la mercificazione di bassa, stando più attenti, in certe zone monumentali alla qualità del commercio». Parla dell'area di Fontana di Trevi, «dove ci sono negozi che fanno orrore, un degrado forte che abbiamo visto crescere anche a Venezia, Firenze e che comincia a vedersi al Pantheon, a piazza della Maddalena. Serve un intervento più duro dell'autorità comunale, il centro si è trasformato in una megapizzeria, tocca stringere un po' i freni». Ne è convinto Bottini. Ha notato in giro un «degrado dei comportamenti», che non va trascurato più, vista «la pressione turistica ormai talmente forte...». Turisti e non, sbronzi, mezzi nudi, incivili. Bottini ripete: «Vedo una scarna educazione, uno sbracamento del costume: si bivacca, si mangia dove capita. Cose che altrove nessuno farebbe, perché verrebbe sanzionato immediatamente. L'Ara Pacis a volte sembra un lavatoio pubblico. E' chiaro che così, i danni sono inevitabili». Bottini nemmeno ha in tasca ricette magiche. «Temo che l'unica soluzione sia quella di aumentare la vigilanza. Il sistema delle copie, valido in alcune situazioni, non lo è nel caso delle fontane, caratteristiche della città. Ma certo, Fontana di Trevi e tutta la piazza sono una bolgia indescrivibile, intorno il degrado è assoluto». Degrado che si ripropone nell'area del Colosseo, «un commercio e una ristorazione di quart'ordine. La situazione non cambia sulla scalinata di Trinità de' Monti, invasa da bivacchi e vu' cumprà. E' uno dei problemi delle grandi città turistiche. Occorre intervenire con una pollticaurbanistica. Già i turisti vengono in centro vestiti come se andassero in spiaggia».

mercoledì 19 agosto 2009

L´Economist: "Altro che parchi a tema Roma pensi di più ai monumenti"

L´Economist: "Altro che parchi a tema Roma pensi di più ai monumenti"
ALESSANDRA PAOLINI
MERCOLEDÌ, 19 AGOSTO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

«Altro che Parco coi gladiatori, per far tornare i turisti a Roma bisogna puntare su Colosseo e Musei Vaticani». La "tirata d´orecchie" per la giunta arriva dall´Economist. "Nuvole sul mediterraneo" titola il settimanale inglese che analizza la crisi del turismo.


L´ Economist parla del calo del turismo in Italia nell´ultimo anno dell´11,5% e della diminuzione del 15% del fatturato per le 270mila aziende del settore. Un risultato che Barnabò Bocca presidente di Federalberghi definisce senza troppi eufemismi «una debacle».

Il giornale d´Oltremanica si sofferma poi sui grandiosi nuovi progetti del Campidoglio, chiamando in causa l´assessore capitolino al Turismo e vice sindaco Mauro Cutrufo che, si legge, «ha in mente porti come a Montecarlo, campi da golf come quelli spagnoli, parchi a tema per rivaleggiare con Disneyland». Ma, il giornalista avverte: la mossa può rivelarsi sbagliata: «Difficilmente infatti i turisti abbandoneranno Topolino a favore di un parco sulla romanità. Gli stranieri vorranno sempre visitare il Colosseo e i Musei vaticani».

Il vice sindaco non si scompone.
Anzi dice di non trovare nulla di offensivo nell´articolo e che se l´Economist non condivide la scelta di un Parco dei divertimenti, è un problema suo.
«Anche perché - spiega - i musei Capitolini e San Pietro sono i fiori all´occhiello del nostro turismo che è in risalita con un punto percentuale in più, rispetto a luglio 2008. Ciò a cui stiamo lavorando sono però "i turismi". Il parco rientra in questa seconda tipologia».

Ricorda perciò come Disneyland attiri ogni anno 15 milioni e passa di visitatori, con un fatturato da quasi un miliardo e mezzo di euro. «Ecco, quello di Roma secondo stima fatte da cinque tra i più grandi istituti di ricerca - continua Cutrufo - sarà visitato da 10 milioni di persone. E la competizione con Parigi, non c´entra».


Per quanto riguarda i porti, «non sono progetti ma realtà». Come la posa della prima pietra ad ottobre del nuovo porto di Fiumicino che nel giro di due anni porterà 1.445 nuovi posti barca che andranno ad aggiungersi agli 870 di Ostia e ai 3mila di Darsena e Fiumara.

Anche sul golf l´assessore si sente in una botte di ferro: «Abbiamo già messo la firma sul "Golf district", circuito a cui hanno aderito già 30 campi. Un´opportunità ghiotta per il Campidoglio: nel mondo ci sono oltre 70 milioni di golfisti che, in termini economici, fruttano 40 miliardi di dollari. E la località della vacanza, in un terzo dei casi, si sceglie perché oltre ai monumenti o le spiagge ci sono "green" e "golf car" nei paraggi.

Roma in scena. Novecento visite guidate dentro i siti archeologici più belli

Roma in scena. Novecento visite guidate dentro i siti archeologici più belli
IL TEMPO 19/08/2009

Il programma alternativo alle gite fuori porta per il solleone
Al fresco dei sotterranei nel cuore della città eterna
Eleonora Sannibale Chi ha detto che restare in città ad agosto è noioso? «Roma in scena» propone una valida alternativa alle vacanze fuori porta attraverso oltre 900 visite guidate all'interno dei luoghi più belli della città Eterna.

L'iniziativa, promossa dal Comune di Roma in collaborazione con Zètema, offre la possibilità a romani e turisti di visitare ancora per tutto il mese di agosto e fino al 20 settembre oltre venti tra i siti archeologici più interessanti della capitale - anche di sera – e di partecipare a concerti, letture e conferenze a tema. Senza dover necessariamente lasciare a casa i più piccoli, che potranno prendere parte a laboratori creati appositamente per loro. Si inizia così, tra letteratura e musica, al Museo dell'Ara Pacis dove, oltre alle visite guidate, il pubblico potrà godersi ogni sabato sera alle 22, fino al 5 settembre, le letture tratte da autori classici e i concerti dell'Accademia romana di musica. Per gli appassionati di storia antica, «Roma in scena» offre una passeggiata nei sotterranei di Santa Maria Maggiore, come nell'area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme. E ancora, escursioni tra le Tombe latine in via dell'Arco di Travertino piuttosto che ai Mercati di Traiano; visite al Tempio Rotondo, l'edificio in marmo più antico di Roma e al Mitreo di Santa Prisca, uno dei santuari pagani meglio conservati e dedicati al culto di Mitra. Per gli amanti dell'arte egizia, etrusca, greca e romana, da non dimenticare la preziosa collezione di sculture antiche ospitata al Museo Barracco in corso Vittorio Emanuele. Mentre, per i più curiosi, vale la pena andare a vedere i resti dell'imponente Stadio di Domiziano, in piazza di Tor Sanguigna, conservati sotto il livello del manto stradale; l'Insula romana sotto Palazzo Specchi, in via di San Paolo alla Regola, dove sono ancora visibili, articolati su più livelli, importanti resti e strutture appartenenti a edifici di epoca romana, e il mausoleo Monte del Grano all'interno del giardino pubblico di piazza dei Tribuni, chiamato così per via della sua forma simile a quella di un moggio rovesciato. E per chi non ne ha abbastanza, l'Auditorium di Mecenate organizza una serie di conferenze sul tema dell'antichità, proposte dall'associazione «èarrivatoGodot» e tenute da professori delle università di Roma e Firenze, archeologi, architetti, esperti di danza e musica. Per maggiori informazioni consultare il sito: 060608.it.

venerdì 14 agosto 2009

L´arte perduta. Vernice e cemento la jeanseria sfratta il fregio di Leoncillo

L´arte perduta. Vernice e cemento la jeanseria sfratta il fregio di Leoncillo
CARLO ALBERTO BUCCI
GIOVEDÌ, 13 AGOSTO 2009 LA REPUBBLICA - RomA

Un lavoro ispirato alla costiera amalfitana nel ristorante di Fellini e Mastroianni

Capri ricoperta di grigio come Pompei seppellita dalla cenere del Vesuvio. Così il murale d´autore sulle pareti di un locale storico di Roma scompare tra gli arredi "new brutalism", gli scaffali e i vestiti alla moda di una gigantesca jeanseria. Una mano di vernice grigia ha spento la vibrazione del graffito, ispirato alla Costiera Amalfitana, che Leoncillo Leonardi realizzò durante il Ventennio scavando immagini e segni nel muro dell´osteria "Capri" di via della Frezza.
Quell´opera d´arte è rimasta intatta nella sala del camino anche negli anni in cui, a partire dal 1952, il locale è stato trasformato nell´"Augustea" di Ludovico e del figlio Romolo Angelieri: il ristorante dei dopo teatro di Mastroianni e Fellini, delle tavolate d´artista con Carla Accardi, Luigi Ontani, Jannis Kounellis, ma anche delle cene di Craxi, Martelli e De Michelis nella "Roma da bere" degli anni Ottanta.
Non sappiamo che fine abbia fatto la boiserie in stile impero, con clipei e busti di imperatori alle pareti, realizzata nel dopoguerra per far sentire gli avventori avvolti nel clima di Roma antica formato Cinecittà e nell´impero vero del vicinissimo mausoleo di Augusto. Ma il paesaggio caprese reinventato dal grande ceramista e scultore umbro (Leoncillo nacque a Spoleto nel 1915 e morì a Roma nel 1968) è ancora lì, nella saletta dell´"Augustea" che portava alle cucine. Eppure l´opera è irriconoscibile. Il contesto è completamente cambiato. E l´immagine appare snaturata.
L´arredamento del "Levi´s Store" inaugurato su via del Corso il 4 luglio è ispirato alla metropoli americana (muri di mattoni a vista, travi e putrelle di acciaio, pareti délabré come quelle delle periferie abbandonate o di alcuni capi di abbigliamento) e non alle curve della Costiera amalfitana. In più, sul segno leggerissimo del maestro umbro - che nella sua opera partì da una figurazione di impianto espressionista (l´Arpia, il San Sebastiano, la Madre romana uccisa dai tedeschi) per approdare alla grande stagione dell´Informale - è stata stesa una pesante mano di vernice color cenere.
Notizie su questa commissione romana dell´artista (una delle tante decorazioni realizzate per palazzi e locali della sua città d´adozione) si trovano probabilmente nell´archivio privato, ancora da studiare, lasciato dagli eredi a Spoleto. Il ricordo più fresco e preciso del graffito originario è però nelle parole di Luigi Ontani che nel 2003, su queste pagine, davanti alla notizia che l´Augustea chiudeva i battenti, tra l´altro scriveva: «È vero, nella trama dei segni impressi nell´intonaco si può riconoscere una barchetta, oppure uno scoglio. Ma il senso generale dell´opera è quello di un miraggio. Un miraggio astratto che è sopravvissuto fino a oggi». Poi l´appello: «Dobbiamo fare in modo che possa tornare ad apparire ai viandanti cui Roma sempre mostra, con disinvoltura, i suoi segreti».

venerdì 7 agosto 2009

Statue parlanti. Per secoli furono la voce del popolo tornano a vivere grazie al restauro

Statue parlanti. Per secoli furono la voce del popolo tornano a vivere grazie al restauro
RORY CAPPELLI
MARTEDÌ, 04 AGOSTO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

Quella dell´Abate Luigi di piazza Vidoni è stata "scoperta" ieri. Oggi iniziano i lavori per il "Facchino". Poi sarà la volta di "Madama Lucrezia" e di "Pasquino"

Sotto un cielo stranamente plumbeo, con la piazza Vidoni gremita di giornalisti, fotografi e curiosi, dopo i lavori di restauro durati quasi due mesi, è tornata a respirare – e, chissà, da qui a poco anche a lanciare le sue ironiche e irriverenti invettive contro il potere e i suoi abusi – una delle statue parlanti di Roma, quella dell´abate Luigi. A respirare perché era coperta da uno strato di sporco dovuto all´inquinamento. E ora: «Ariecchime sto quà, so aritornato», ha letto l´assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi dopo aver tolto il drappo di velluto rosso che la copriva, «a riparla´ per conto de la gente/che, credime, da di´, ce ne so tante,/dar tempo dei du Consoli ar Senato».
Restaurata per iniziativa dell´Associazione Abitanti Centro Storico, dell´assessorato alle Politiche culturali e della Sovraintendenza ai Beni culturali del comune di Roma, il recupero della statua è parte di «un progetto più ampio» come ha spiegato Viviana Di Capua, presidente dell´Associazione, «che vedrà interessate tutte le "statue parlanti" di Roma». A cominciare da quella di Madama Lucrezia, che si trova in piazza San Marco, in restauro già da aprile, per finire con quella del Facchino in via Lata, una fontanella cinquecentesca i cui interventi sono partiti proprio oggi. Il restauro, ha aggiunto il delegato del sindaco per il centro storico Dino Gasperini, è stato anche «l´occasione per sistemare l´intera area, per dare un senso pubblico a un intervento culturale».
Presenti alla cerimonia, oltre all´assessore Croppi, alla presidente Di Capua e al delegato Gasperini, anche il sovraintendente ai Beni culturali del comune Umberto Broccoli che ha voluto ringraziare «gli sponsor che hanno permesso che le statue tornino a parlare». Tra questi l´Associazione tabaccai, Cam Edilizia e Saba Italia. E ha continuato: «Il Pasquino, la statua più famosa, insieme alle altre, a tutt´oggi simboleggia la vera voce del popolo di Roma. Pasquino parlava contro il potere, anche se spesso era lo stesso potere che ispirava le sue parole alle statue». Cita poi uno dei lazzi che vennero attaccati alla statua durante l´occupazione di Bonaparte: «I francesi son tutti malfattori... No, no! Non tutti: bonaparte!».
E mentre l´assessore Croppi ricorda che «l´iniziativa spontanea dei cittadini non solo ha consentito il restauro delle statue parlanti, ma anche la realizzazione di un sito internet» (www. statueparlantiroma. it), alcuni turisti chiedono cosa sta succedendo. Appena capiscono scattano foto, prendono la cartina e vanno a cercare il Pasquino, che si trova a poche decine di metri da qui. Tutte insieme le statue formavano il cosiddetto Congresso degli Arguti, e l´irriverenza verso i potenti, l´insofferenza verso la corruzione, l´allergia verso il nepotismo, il rifiuto di sfarzo e ostentazione, echeggiavano su queste pareti virtuali in cui ci si poteva sfogare, in forma anonima e (almeno in parte) sicura. Anche se gli autori delle pasquinate, dirette verso lo strapotere curiale e la sua evidente e (sconcertante) decadenza, erano letterati come l´Aretino o Giovan Battista Marino. Certo non gli analfabeti popolani. Che però con la loro sagacia e il loro carattere da sfottò - tratto che rimane a tutt´oggi nel romano - erano sicuramente loro ad ispirarli.

domenica 2 agosto 2009

Cemento a colle della Strega no ai colpi di mano d´agosto

Cemento a colle della Strega no ai colpi di mano d´agosto
MARIA ELENA VINCENZI
DOMENICA, 02 AGOSTO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

Gli abitanti contro una delibera del municipio da votare martedì

La battaglia contro la possibile edificazione di 72 mila metri cubi "Ampliare il parco dell´Appia Antica"

Colle della Strega, è ancora polemica. Dopo che l´assessore all´Urbanistica, Marco Corsini, aveva dichiarato una tregua estiva e rimandato la questione a dopo le ferie, ieri Municipio XII ha convocato per martedì una commissione urbanistica sulla destinazione degli oneri concessori di un progetto che prevede l´edificazione di 72mila metri cubi nell´area della Valle della Cecchignola.

Una edificazione contro cui i cittadini non hanno mai smesso di battersi. E che era stata bloccata dal Comune. Ma ora arriva la «manovra agostana», come la definiscono gli abitanti. E l´associazione "Colle della Strega" promette battaglia. «È vergognoso – ha detto il presidente Massimiliano Di Gioia - che si convochi il 4 agosto, periodo di vacanza, una commissione per decidere di un atto tanto importante. Chiediamo l´immediato intervento del sindaco Alemanno per bloccare questa manovra. Nel frattempo non smettiamo di denunciare il fatto che la Regione Lazio non ha ancora varato l´ampliamento del parco dell´Appia Antica che salverebbe l´area del Colle della Strega e del Fosso della Cecchignola dalla distruzione. Chiediamo che Marrazzo tenga fede agli impegni presi con i cittadini». Ma intanto si pensa alla riunione di martedì. «Un colpo di mano che mi ha lasciato stupefatta – ha spiegato Matilde Spadaro, capogruppo dei Verdi al XII - Nell´ultima seduta della commissione non si era assolutamente parlato di questo provvedimento. E ora salta fuori dal cilindro in una commissione straordinaria convocata espressamente per decidere di altro».