lunedì 19 gennaio 2009

L’esposizione a Roma. Le imprese e il mito di Cesare

La Repubblica 19.1.09
L’esposizione a Roma. Le imprese e il mito di Cesare
di Giuseppe M. Della Fina

Può il progetto di una biografia trasformarsi in un´esposizione? E la scommessa affrontata dai curatori della mostra Giulio Cesare. L´uomo, le imprese, il mito allestita a Roma negli spazi del Chiostro del Bramante (sino al 3 maggio 2009). Essi hanno voluto ripercorrere le vicende della vita di uno dei protagonisti principali della storia romana, ricostruire il ruolo da lui avuto nei decenni convulsi che videro la destrutturazione degli assetti repubblicani e gettare uno sguardo sulla sua epoca, in particolare, sulla produzione artistica e artigianale del tempo.
Non solo, hanno cercato di dare conto della multiforme personalità di Giulio Cesare: uomo politico spregiudicato e, al contempo, di grandi visioni; comandante militare di eccezionale valore; scrittore di vaglia notevole. Infine hanno tentato di ripercorrere il suo mito a partire all´età medievale sino ai giorni nostri con la segnalazione della presenza di Giulio Cesare nei videogiochi.
L´esperimento è riuscito? Sostanzialmente sì, anche se il rinvio al catalogo della mostra curato da Giovanni Gentili e pubblicato da Silvana Editoriale appare necessario. Soprattutto la lettura della prima parte di esso - dove sono presentati 14 interessanti saggi - diviene indispensabile per comprendere a pieno la mostra. E´ Giuseppe Zecchini ad offrirci una possibile lettura della esperienza umana e politica di Giulio Cesare; è Giovanni Brizzi a proporci una ricostruzione della sua formazione militare: dagli studi giovanili sui trattati bellici all´esperienza diretta di combattimento; è Luciano Canfora ad analizzarne criticamente la produzione letteraria: dai componimenti della giovinezza - la raccolta di poesie Lodi di Ercole e la tragedia Edipo - tolti dalla circolazione dal figlio adottivo ed erede Augusto, sino alle opere celebrate della maturità che contribuirono a creare il suo mito come condottiero. Sono Paolo Liverani e Paul Zanker ha restituirci gli interventi sugli assetti urbanistici di Roma e a mostrarci i tempi e i modi di una strategia di propaganda arrivata alla divinizzazione.
Tornando al percorso espositivo, va segnalata la ricca serie dei ritratti esposti iniziando da quelli dello stesso Giulio Cesare; colpisce, in particolare, il cosiddetto Cesare Chiaramonti proveniente dai Musei Vaticani che rimane impresso per i tratti fortemente marcati e idealizzati. Poi i ritratti di protagonisti del tempo quali, ad esempio, Cleopatra o Giuba I. Quindi vanno evidenziate le monete e le gemme considerate correttamente come strumenti privilegiati della propaganda: l´immagine del reggitore dello Stato presentata a tutti.
Infine - siamo nella sezione della fortuna - l´olio su tela di incerta assegnazione, ma già attribuito a Rubens, con la scena della consegna della testa di Pompeo a Giulio Cesare, o le tele che raffigurano le Idi di Marzo, o ancora il quadro ottocentesco di H. P. Motte con la resa di Vercingetorige che impressionò favorevolmente lo scrittore Guy de Maupassant.

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