venerdì 31 dicembre 2010

Corsa contro il tempo per salvare i monumenti

Corsa contro il tempo per salvare i monumenti
Daniela Mecenate
Sole 24 ore Roma 24/11/2010

Dalla Domus Aurea ai Fori: servono 27 milioni per salvare il patrimonio artistico dal degrado
Sono 65 i cantieri aperti per mettere in sicurezza 32 siti romani
27 milioni. Gli investimenti. Le risorse destinate dal commissario agli interventi urgenti -30% I fondi alla Domus Aurea. II taglio agli stanziamenti per il prossimo anno

Gli esperti.
Paolo Marconi (Roma Tre): « Il problema più grave è legato all'acqua che scorre sotto la città»
Adriano La Regina «La politica della valorizzazione adottata va a scapito della conservazione»

Rischio geologico. L'opera di manutenzione che assorbe più risorse è quella sul Foro Romano e sul Palatino

Non solo Pompei. A Roma sono 32 i monumenti malati, per i quali si stanno effettuando in totale 65 interventi d'urgenza con una spesa che si aggira intorno ai 27 milioni Dal Colosseo alla Domus Aurea, dagli acquedotti romani alla Domus Tiberiana sul Palatino, dalla via Appia alle Terme di Caracalla, da Castel Sant'Angelo al tempio di Minerva Medica, passando per l'acquedotto Claudio, la villa di Livia sulla Via Flaminia e la Crypta Balbi a via delle Botteghe oscure. La mappa dei malati gravi della città è nei rapporti e nel piano di investimenti del commissario delegato per le aree archeologiche di Roma e Ostia antica, Roberto Cecchi. C'è il rischio di finire come la casa dei Gladiatori a Pompei? «Non siamo a questo livello - risponde il commissario, chiamato dal Ministro Sandro Bondi nel 2009 -ma è chiaro che la situazione è difficile e non ci permette di escludere i rischi. Quello che bisogna fare, e che stiamo facendo, è prima mettere mano alle emergenze e poi effettuare una serie continua di interventi mirati alla conservazione, per evitare di arrivare al punto critico». Il Colosseo, ad esempio, è guardato a vista . e per la sua manutenzione sono stati stanziati, nel piano di investimenti, circa 2,5 milioni. Eppure è bastato il maltempo dello scorso fine settimana per far scattare la chiusura degli ipogei riaperti, dopo il restauro, a fine ottobre. «Il Colosseo è sotto controllo continuo - conferma il direttore tecnico del monumento, Piero Meogrossi - ma il problema è che sotto si incontrano due falde acquifere, insomma scorre un vero e proprio fiume e il rischio idrogeologico è in agguato. Bisogna poi stare attenti a non alterare l'equilibrio della valle nella quale si trova, perché ogni vibrazione o intervento maldestro dell'uomo potrebbe causare conseguenze gravi». L'opera di manutenzione che assorbe più energie è però quella sull'area del Foro Romano e Palatino dove il rischio geologico è elevatissimo: circa 11 milioni la spesa prevista dal piano degli investimenti, che serviranno per recuperare la Domus Tiberiana (su cui è puntato un rilevatore satellitare 24 ore su 24), le Arcate Severiane, la casa di Augusto e il Tempio di Venere, solo per citarne alcuni. «Il Palatino - spiega Cecchi - è quello che ha richiesto più attenzione di tutti. Ci stiamo lavorando insieme al Cnr e stiamo effettuando rilievi fino a 6o metri di profondità». Ma ad aver riportato le ferite peggiori resta la Domus Aurea: per la villa di Nerone, vittima di infiltrazioni che hanno già provocato un crollo nel marzo scorso, il piano investimenti prevede uno stanziamento di 212mila euro solo per far fronte al crollo. Negli ultimi due anni erano stati stanziati dallo Stato circa 5 milioni di euro (2,3 lo scorso anno), mentre per il 2011 i fondi previsti nel ddl stabilità sono scesi a 1,6 milioni (-30%). «La Domus - spiega un archeologo del cantiere - si trova sottoterra con un parco che la sovrasta:le infiltrazioni e il peso del terreno la mettono a dura prova. Se non si investe per il recupero, è destinata a crollare del tutto entro tempi non lontani». A lanciare l'allarme è anche Paolo Marconi, docente di Restauro dei monumenti all'Università Roma Tre: «Esiste una vera e propria emergenza per modalità con cui sono stati eseguiti i restauri negli ultimi 100 anni, ossia col cemento, che si sbriciola, ed è del tutto inadatto. Ma il problema più grave è legato a un altro elemento: l'acqua che scorre sotto la città mette i monumenti sotto schiaffo». Uno scenario fosco a cui si unisce la voce della Confederazione italiana archeologi: «Ci sono ormai crolli quotidiani - afferma Alessandro Pintucci, coordinatore per il centro Italia - di cui spesso non si parla, ma che fanno capire come il patrimonio abbia urgente bisogno di investimenti per la conservazione. Ad esempio le Mura Aureliane: è il monumento affiorate più grande di Roma perché circonda tutta la città, è alto 12 metri e crolla pezzetto per pezzetto». Ma la colpa non è solo della mancanza di fondi. Ad affermarlo è Adriano La Regina, per 30 anni Sovrintendente per i beni archeologici a Roma (fino al 2008) e oggi presidente dell'Istituto nazionale archeologia e storia dell'arte: «Si è adottata una politica insensata e cinica - denuncia - che va a scapito della conservazione: la politica della "valorizzazione" del monumento, ossia si è investito più sul "marketing" e l'immagine del sito che sulla sua conservazione. Di questo, e non dei crolli in sé, è responsabile il ministro. Un orientamento generale che si sta adottando anche a Roma come a Pompei: non vorrei che poi i risultati si rivelassero gli stessi».

La mappa del dissesto
I principali monumenti tra i 32 siti oggetto di intervento nel piano di investimenti del Commissario delegato per le aree archeologiche. Per ciascuno sono indicate le risorse stanziate (in euro)
1 Foro Romano e Palatino L'area è quella che ha assorbito la maggior quantità di risorse. Trai restauri più importanti quelli delle terrazze della Domus Tiberiana 11 milioni

2 Appia antica Oltre al recupero della strada i lavori comprendono la riqualificazione della tenuta di Santa Maria Nova e della Villa dei Quintili 3,5 milioni

3 Colosseo Al recupero dell'Anfiteatro Flavio saranno destinati i 23 milioni degli sponsor selezionati dal bando del commissario che si è chiuso il 30 ottobre 2,5 milioni

4 Terme di Diocleziano “Da restaurare due aule e la natatio del complesso termale che affaccia su piazza della Repubblica. Una parte delle risorse è per il chiostro Ludovisi 2,4 milioni

5 Tempio di Minerva Medica L'edificio è un ninfeo a pianta decagonale e cupola emisferica che risale al IV secolo d.C. Si trova invia Giolitti a ridosso dei binari delta stazione Termini 1.9 milioni

6 Acquedotto Claudio Prevista la messa insicurezza dell'acquedotto nell'agro romano la cui costruzione è stata completata dall'imperatore Claudio nel 52 d.C. 1 milione

7 Terme di Caracalla Le opere di manutenzione avviate nel complesso termale dell'Aventino riguardano le tabernae, il frigidarium, il mitreo egli ipogei 740mila

8 Villa di Livia in Via Flaminia La residenza di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto. Nella villa si trovano anche un complesso termale e una grande ; cisterna rettangolare 420mila

9 Castel 7 Sant'Angelo In lista anche l'intervento di messa in sicurezza della mole Adriana, originariamente edificata come sepolcro per l'imperatore (123 d.C.) 230mila

10 Domus Aurea Ai fondi previsti dal commissario per il crollo del marzo scorso si aggiungono ai circa 5 milioni stanziati dal governo negli ultimi due anni per la casa di Nerone 212mila

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