mercoledì 26 novembre 2008

Scherzi di statue

Scherzi di statue

Nell’ottobre scorso sul fondale della famosa Grotta Azzurra di Capri, gli archeologi hanno scoperto una statua romana raffigurante Nettuno che, come è stato accertato, poco meno di duemila anni fa uno sconosciuto scultore aveva sistemato con altre lungo le pareti della grotta. Il ritrovamento è stato effettuato dall’architetto Antonio Di Stefano, del Centro studi subacquei, che ne ha pure curato il recupero avvenuto il 6 gennaio di quest’anno.
Già nel 1964 nella stessa grotta erano state recuperate due statue marmoree ricoperte di incrostazioni e corrose dagli agenti marini, ma a questa scoperta non erano seguite altre indagini. Ora, invece, insieme al recupero della statua e di una dozzina di altri reperti sparsi sul fondo, sono state compiute rilevazioni geofisiche e biologiche che rappresentano un primo punto concreto per cercare di stabilire la natura della grotta e del caratteristico fenomeno dell’acqua azzurra che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Si è così potuto appurare che nell’età augustea-tiberiana la grotta doveva essere un grandioso ninfeo decorato con opere d’arte di notevole valore artistico.
Si può ora anche spiegare, alla luce dei nuovi ritrovamenti, la leggenda risalente alla prima metà del secolo scorso la quale narra che due monaci, entrati nella grotta, fuggirono terrorizzati alla vista di “tremendi personaggi che emergevano dal fondo marino”. E’ chiaro che i due monaci non ebbero una allucinazione ma vennero spaventati dalle statue che, evidentemente, erano ancora in quei tempi al loro posto lungo le pareti della caverna.
Un altro dato curioso: nella grotta è stata rinvenuta una conchiglia che, secondo gli studiosi, dovrebbe esistere solo nei mari del Giappone!

Da “Gli Arcani”, aprile 1976, pagina 53

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