martedì 9 febbraio 2010

Marmi, statue e lusso come l´arte ellenica conquistò i romani

Marmi, statue e lusso come l´arte ellenica conquistò i romani
FRANCESCA GIULIANI
MARTEDÌ, 09 FEBBRAIO 2010 LA REPUBBLICA - Roma

Ai Musei Capitolini dal 4 marzo una grande mostra archeologica a cura di La Rocca e Parisi Presicce

Quando l´arte esprimeva prestigio e significava l´appartenenza ad una élite che maneggiava davvero il potere: così era nei tempi in cui Roma si avviava al culmine della sua espansione e - nella definizione dell´identità, dei confini e delle culture - cercava i punti di riferimento più sicuri. Ciò che per l´Impero romano ha voluto dire, naturalmente, la Grecia in una trasmissione di saperi e conoscenze, in un incontro che ha trasformato l´Occidente e che costituisce tema storico e storico-artistico di quelli cruciali, che ora si vuole approfondito in un´impresa espositiva a cura di Eugenio La Rocca e Claudio Parisi Presicce, distesa lungo cinque anni, con una mostra all´anno sotto il titolo generale "I giorni di Roma".
La prima "puntata" "L´Età della Conquista - Il fascino dell´arte greca a Roma" è in allestimento, sotto la direzione di Luca Ronconi e Margherita Palli, per inaugurare il 4 marzo ai Musei Capitolini, ed è l´inizio di un viaggio nell´evoluzione del concetto e delle forme di arte classica dalla Roma della fine del III secolo a. C. fino alla decadenza dell´Impero. L´esposizione prende le mosse dalla seconda guerra punica, quando Roma era una città senza marmo, in cui i templi erano di terracotta e legno, e non esisteva un piano di sviluppo architettonico che le conferisse l´imponenza di capitali come Alessandria d´Egitto, Antiochia in Siria o come Pergamo in Asia Minore. È questa idea di città che i romani, ingegnosissimi nel copiare e riadattare alle proprie necessità - in questo, straordinari conquistatori - importano dalla Grecia. Spiega La Rocca: «Sarà solo con Augusto che la città di terracotta divenne una città di marmo, come l´imperatore stesso ebbe a dichiarare in punto di morte».
Un processo avviato con l´arrivo delle prime opere d´arte greche dopo le campagne militari con i bottini di guerra. Allora, una rapida ellenizzazione mutò la struttura stessa degli edifici, come accadde per esempio per i templi dell´Area sacra di largo Argentina mentre, al seguito dei condottieri vincitori, la città si riempiva di un gran numero di artigiani, architetti, precettori, artisti. Arrivarono anche, applicate a magnifiche statue, perle e pietre preziose mai viste prima. E cominciarono a diffondersi iscrizioni greche sugli edifici pubblici (al Circo Massimo) così come sui basamenti delle statue dei generali.
È tutto un mondo di fascinazione greca che spazia dall´ambito religioso (prima sezione in mostra) in cui sono presentati frontoni e statue di divinità come quello di San Gregorio dei Capitolini o le statue di terracotta del British Museum fino ai monumenti onorari. La seduzione ellenica condiziona persino la vita quotidiana dei romani, dagli arredi domestici alle decorazioni e persino i costumi funerari (ultime due sezioni in mostra). La chiusura, il 5 settembre. A seguire, "Il volto dei potenti - Il ritratto romano tra Repubblica e Impero" (2011); "Costruire un impero - L´Architettura come rappresentazione del potere" (2012); "L´età dell´Equilibrio - Fra Traiano e Adriano" (2013); "L´età dell´angoscia - tra Marco Aurelio e Diocleziano" (2014).

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